Botta e risposta. «Il buon educatore controlla». Ma soprattutto genera senso critico
Gentile direttore,
leggo sempre con interesse i dotti e documentati interventi di Gigio Rancilio. Ma su “Avvenire” di venerdì 6 dicembre cita del professor Rivoltella alcune affermazioni che rischiano di ingenerare equivoci: «Controllare non è educare. Mai». «Il controllo è sempre il risultato di un fallimento e della consapevolezza di un’incapacità educativa». «Chi educa responsabilizza il ragazzo, ma poi lo lascia andare... il rischio va messo in conto». Il grande educatore don Bosco insisteva: «I ragazzi non si lasciano mai soli». Il che non è un “lasciare andare”, che non sia equivocato. Il «Dio ti vede» non basta. Bisogna che anche l’educatore veda e intervenga, conoscendo la volubilità, l’incostanza dei giovani che pur sono stati saggiamente indirizzati. «Chi controlla non sa cosa vuol dire educare »? No. Chi si limita a controllare non sa educare, ma un educatore che non controlla non merita quel nome. L’educatore che non controlla sopravvaluta la propria capacità educativa. Neppure Gesù è riuscito a educare la folla. Nonostante la sua impareggiabile evangelizzazione e gli innumerevoli miracoli compiuti, quella folla gli ha gridato il «Crucifige!» . Se ha fallito lui, tanto più possiamo fallire noi.
Innanzitutto, gentile professor Castelli, grazie dell’interesse col quale segue il mio lavoro. Ha ragione. Le affermazioni del professor Rivoltella che riportavo e che lei cita, potrebbero ingenerare confusione. Solo però se non si tiene conto di tutto ciò che c’era scritto prima. E cioè che esistono software che possono spiare i cellulari dei figli come e peggio di certi film sullo spionaggio tecnologico. E che questi “servizi” vengono offerti a genitori ansiosi che credono siano una scorciatoia che permetta loro di 'controllare' i figli usando solo la tecnologia. Ma educare, come sottolinea efficacemente il professor Rivoltella, «è generare un senso critico». Dare ai ragazzi strumenti per imparare: a usare, a limitarsi, a vivere.