I suicidi, gli Ogm e l’irresponsabile strapotere di certe multinazionali
Caro direttore,
leggendo il botta e risposta del 16 marzo 2018 tra il (già) ricercatore Michele Borgo e il giornalista Stefano Vecchia, mi permetto alcune osservazioni: 1) concordo con il suo collaboratore, sia per quanto scritto nell’articolo dell’8 marzo e sia per la risposta al dottor Borgo (che al contrario, a mio parere, denota scarsa conoscenza degli Ogm presenti in India); 2) come riconosce indirettamente l’autore, negli studi epidemiologici si corre il rischio di confondere correlazione con causalità: esempio classico è la correlazione negli Usa fra casi di autismo e consumo di... alimenti biologici (sic!); 3) non so se Vandana Shiva abbia finalmente fatto “marcia indietro” sui rapporti fra Ogm e suicidi, certo che nei miei frequenti viaggi per aiutare i contadini della Meghalaya, ho avuto occasione di parlarne con alcuni missionari indiani che confermavano i suicidi, ma attribuendoli a problemi finanziari frutto di errori di investimento alla semina (non certo riferibili agli Ogm, né tantomeno al maggiore uso di antiparassitari con gli Ogm che, per il cotone Ogm, cala drasticamente); 4) circa gli effetti del clima, è chiaro che questi vi sono e possono provocare dissesti, ma è altrettanto chiaro che sono noti, almeno sin dai tempi di Giuseppe il figlio di Giacobbe. Quindi attenzione a riferire i suicidi unicamente ai cambiamenti climatici; 5) nel concordare su molte considerazioni circa l’insufficienza di aiuti ai piccoli contadini, richiamo che non è banale aiutare milioni di piccoli farmers, ben separati gli uni dagli altri; ne so qualcosa, poiché noi cerchiamo di porre rimedio proprio a questo problema con i self help groups che più facilmente, fra l’altro, possono ottenere forme di assicurazione, ma... è solo una goccia nel mare, purtroppo. Cordialmente.
Facoltà di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali Università Cattolica del Sacro Cuore, Piacenza
Sono contento e niente affatto sorpreso, gentile professor Bertoni, che un tema rovente come quello affrontato nell’analisi di Stefano Vecchia sui suicidi dei «coltivatori senza speranza» in India colpisca, appassioni e susciti dibattito. E la ringrazio per il suo contributo. Personalmente, da osservatore attento sebbene non “esperto” quale sono, continuo a essere preoccupato dalla correlazione tra la fragilità dei piccoli contadini soprattutto (ma non solo) del Sud del mondo e l’algido e irresponsabile strapotere di alcune (non tutte) grandi aziende del settore agroalimentare, Ogm e non Ogm.