I sentimenti di pace e le preoccupazioni della gente comune. Meglio dare ascolto
Caro direttore,
desidero rappresentare alle autorità che governano il nostro Paese, il desiderio indicibile di pace di tanti di noi, gente comune che fatica ad arrivare a fine mese, che non gode di una sanità universale, che teme per il futuro lavorativo dei figli, che non può godere di un mutuo o di un prestito, che teme i cambiamenti climatici in atto e i costi sociali già altissimi di tutto questo. La gente comune che sta perennemente in fila per ottenere stracci di diritti, vuole pace, giustizia, lavoro, serenità, motivi per credere nel futuro. Vorrei dire a chi ci rappresenta e ci governa: scendete dagli scranni e fate la fila, ogni tanto, insieme a noi e scoprirete quanto sia difficile ma anche dannatamente bello vivere tra difficoltà e speranze. La guerra è una avventura senza ritorno. Grazie.
Orazio Maltese Acireale (Ct)Gentile direttore,
la guerra in Ucraina, purtroppo, si è estesa. E c’è già una guerra parallela a quella militare tra l’esercito ucraino e gli invasori venuti dalla Russia. E sta scatenando una crisi economica, ma anche politica e sociale, le cui proporzioni ancora non si colgono del tutto, anche se, in tanti se ne stanno rendendo conto, i danni minacciano di essere enormi e persino incalcolabili. Non c’è bisogno che esista un nemico fisico che uccida anche qui, non molto distanti da dove purtroppo muoiono ucraini, russi e chiunque altro, a vario titolo, ci sta in mezzo. Il “nemico” si chiama schianto delle attività produttive, delle aziende alimentari e agricole, del fabbisogno dei beni di prima necessità che vengono a mancare in diversi Paesi, delle bollette di gas, luce, acqua che superano abbondantemente le povere pensioni comprese tra 400 a 800 euro al mese. Chi in Italia ha un assegno mensile inchiodato attorno a queste cifre che cosa dovrebbe fare? Temo che con l’approfondirsi dei divari sociali si torni anche alle lotte di classe, perché ci sarà chi sopravviverà bene o benino e chi invece stenterà a farlo o vedrà nero e non si rassegnerà a togliere il disturbo. Mi chiedo se il governo italiano è consapevole di queste realtà che sono già entrate a gamba tesa anche nella nostra quotidianità, proprio come un’altra forma d’invasione... Mi fa pena sentire ancora che qualcuno parli di governo di unità nazionale quando un Parlamento intero dovrebbe essere compatto, senza nemmeno un’opposizione per fronteggiare un’emergenza che purtroppo è “di guerra”. Altro che bonus di 200 euro una tantum! Bisogna che i fondi del Pnrr siano spesi a dovere, per dare lavoro, orizzonte, dignità il più rapidamente possibile a uno strato della nostra popolazione che rischia di soccombere alle conseguenze combinate della crisi legata alla pandemia e, ora, della guerra.
Adalberto de’ Bartolomeis Monselice (Pd)Ho scelto due lettere tra le tante di questo tenore e di questa concreta saggezza sulla guerra che piaga l’Ucraina, che si sta facendo boomerang per la Russia e fa male a tutta l’Europa e ad altri più poveri pezzi di mondo. Una lettera, come si suol dire, arriva dal profondo Sud d’Italia e l’altra dal profondo Nord. E rappresentano bene i sentimenti di pace e le preoccupazioni di tanti, tantissimi concittadini e concittadine che magari si definiscono “gente comune” (e lo sono, come noi tutti), ma hanno una sensibilità semplicemente non comune. Meglio dare ascolto.