Il direttore risponde. I nostri mali sono gli stessi denunciati da Cicerone e Dante. Già, e i nostri beni?
Gentile direttore,
si continua a dire di voler cambiare l’Italia... «La finanza pubblica deve essere sana. Il bilancio dev’essere in pareggio. Il debito pubblico dev’essere ridotto. L’arroganza dell’amministrazione dev’essere combattuta e controllata. L’aiuto dei Paesi stranieri dev’essere diminuito per evitare il fallimento di Roma. La popolazione deve ancora imparare a lavorare invece di vivere di sussidi pubblici». Parola di qualche nostrano leader rampante? No, Marco Tullio Cicerone oltre 25 secoli fa! «Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di provincie, ma bordello!». Parola di Beppe Grillo? No, Dante Alighieri, Purgatorio, Canto 6°! Con un mesto "no comment", auguri e saluti distinti.
Gennaro Goglia, Civitavecchia (Rm)