Il direttore risponde. I migranti per forza e la nostra coscienza Se vediamo volti e storie, tutto cambia
Gentile direttore,
due notizie mi incoraggiano a mandarle questa e-mail: i 220.000 morti in Siria e l’indizione del Giubileo. Mi batto infatti perché il nostro Parlamento semplifichi le procedure per il rilascio del visto d’ingresso in Italia. E trovo che pochi si appassionano alla migrazione "per forza". La mia domanda è: perché è più facile sensibilizzare l’opinione pubblica sulla vicenda di una persona specifica che subisce violenze e atti di ingiustizia piuttosto che su centinaia, migliaia, milioni di individui in stato di sofferenza? Questa domanda ne incoraggia subito altre due: possiamo vivere in un mondo in cui i messaggi di Carità e di Misericordia non si traducano in atti concreti di coraggiosa solidarietà politica, religiosa, umana? Possiamo essere in comunione con i nostri fratelli del mondo e al tempo stesso impedire loro di raggiungerci ponendo frontiere e vincoli disumani?
Francesco de Francisco