Scuola. «I libri di testo devono essere detraibili»
Caro direttore,
mancano pochi giorni all’inizio del nuovo anno scolastico e puntuale si rinnova il rito della polemica sul caro scuola, che in realtà non sembra aver inciso negli anni su quanto denunciato, e questo a mio avviso perché si è sempre limitato alla sola denuncia, mentre ha, e questo purtroppo è dimostrato, condizionato la percezione verso il libro, la lettura e le librerie da parte degli italiani, che negli anni, se ne sono allontanati con il risultato che l’Italia è agli ultimi posti per livello di lettura e di comprensione del testo scritto, come recentemente segnalato con preoccupazione dagli esperti, e che in molti Comuni non ci sono più librerie.
Continuare quindi a “sparare” notizie sul caro libri fa male al Paese, al suo futuro e ai nostri giovani, che con questa retorica del caro libri, abbiamo relegato in un mondo oramai dominato dall’assenza di valori culturali e formativi. Noi librai di Ali Confcommercio da tempo – io allora ero anco- ra fresco genitore di tre figli di cui due oggi all’università, e quindi capirà che di anni ne sono passati – proponiamo che i libri di testo, e in genere le spese formative, possano essere detratte al pari di quanto avviene per le spese mediche, perché siamo convinti prima da cittadini che da imprenditori, che la formazione, l’istruzione dei nostri figli è un’opportunità che noi offriamo loro, ma i cui benefici ricadono anche sul Paese, perché quanto maggiore è il livello di istruzione e di conoscenza, tanto maggiore sarà la capacità di una comunità di reagire nei momenti di difficoltà.
La storia del resto ci insegna che dove si è investito in cultura e istruzione, sono nate nuove opportunità, e l’Italia nei secoli scorsi è stata promotrice di sviluppo sociale ed economico, proprio perché ha creduto nella diffusione degli strumenti culturali e nella formazione. Noi quindi continuiamo nella nostra battaglia, fiduciosi che oltre ad Adiconsum, che ha raccolto il nostro invito l’anno scorso, altre associazioni di consumatori vogliano sostenerci, nella speranza che finalmente le istituzioni riconoscano il valore sociale della formazione dei nostri figli.
Presidente Associazione librai italiani (Ali) Confcommercio