Gentile direttore,

ho seguito in tv i funerali di papa Benedetto. L'omelia di papa Francesco per me è stata una delusione. A mio parere è stata un’omelia “teologica” senza un concreto e affettuoso ricordo del Papa emerito. Strano che non ci stata neanche un ricordo dei dieci anni in cui Francesco ha incontrato più volte Benedetto. Scrivo perché ho incontrato papa Benedetto nelle sue vacanze nella “mia” Valle d'Aosta. Mi auguro che alla morte di papa Francesco non si faccia un’omelia simile. Spero che “Avvenire” pubblichi questa mia opinione, ma non so se accadrà.

E perché non dovrei registrare anche questa sua opinione, gentile don Rodolfo? Rispetto il suo parere, ma non sono d’accordo con lei. Ho ascoltato e poi riletto con ammirazione l’omelia del Papa ai funerali dell’emerito predecessore Benedetto XVI, e l’ho trovata delicata, profonda e anche formalmente bellissima, a tratti poetica. Una meditazione totalmente di Francesco, che l’ha scritta di suo pugno, eppure capace di cogliere tratti e testi decisivi della vita dedita a Dio di Benedetto. Il commento di don Pierangelo Sequeri, che ho intitolato “L’eloquenza delle mani” e ho scelto di pubblicare ieri come nostro primo editoriale, credo che aiuti a coglierlo pienamente. È stata la prima volta da duecentovent’anni che un Papa celebrava i funerali di un altro Papa e penso che papa Francesco, dopo aver ricordato nei giorni precedenti episodi e sentimenti del decennio di sua specialissima vicinanza con Benedetto XVI, abbia saputo consegnarci una preziosa riflessione-preghiera.