Rinuncia a ricandidarsi a presidente francese. Hollande ha una buona idea
La popolarità di François Hollande era già bassa a pochi mesi dalla sua elezione all’Eliseo nel maggio del 2012. I fischi che in luglio si attirò con la decisione del suo governo di usare la mano pesante contro alcuni insediamenti rom sono stati replicati più volte. I sondaggi gli hanno dato un temporaneo sollievo soltanto dopo i devastanti attentati pilotati dal Daesh. Ma è stata una fiammata breve, dovuta allo stesso patriottismo che fece cantare la Marsigliese alle migliaia di persone fatte sgomberare dallo Stade de France la notte delle bombe e del massacro al Bataclan, il 13 novembre 2015. Poi di nuovo una picchiata nella fiducia dell’elettorato fino al 4% di gradimento.
Di questo ha dovuto prendere atto il leader socialista, che sarà il primo presidente uscente a non ricandidarsi nella Quinta Repubblica, ad eccezione di Georges Pompidou, morto nel 1974 durante il primo mandato. Un record dunque ben poco invidiabile, che conclude con il segno negativo una lunga carriera politica. L’uomo che sconfisse Sarkozy, il «rozzo mini-De Gaulle» come l’ha definito spregiativamente in un libro intervista annunciato a giorni, non si è guadagnato meno antipatie del suo predecessore. Per esempio, chiamando «sdentati» i poveri.
Non ha saputo onorare le promesse in campo economico, lasciando una Francia che a fatica maschera problemi di lavoro e finanza pubblica peggiori di quelli italiani. Ha puntato molto su politiche divisive, quali il matrimonio e le adozioni gay, che come un boomerang per la sua parte politica stanno lanciando come favorito per l’Eliseo il liberale cattolico François Fillon. Non è riuscito, benché – va riconosciuto – fosse impresa ardua, a difendere il Paese dal terrorismo, dovendo subire dopo l’attacco a Charlie Hedbo la notte di sangue nel centro di Parigi. La reazione sul piano della sicurezza ha quasi sconfinato in una situazione illiberale rispetto allo stato d’emergenza. E la risposta culturale è stata quella di una laicità ancor più intransigente quando non intollerante, verso l’islam, ma anche verso il cattolicesimo, come dimostra la legge che punta a “oscurare” i siti pro-vita. Anche la sua vita personale non l’ha aiutato, tra scappatelle segrete rivelate dai giornali e compagne tradite che si vendicano pubblicamente. La Francia vuole voltare pagina. Almeno questo Hollande l’ha capito in tempo.