Formula1. Hamilton alla Ferrari, scusate il ritardo. Ma finché non vedo...
Siamo alle solite, non avevamo ancora smaltito la sbornia Sinner che tac, subito arriva lo tsunami Hamilton che piazza tutti i media in pole position per il riempipagine obbligatorio sull’asso britannico del grande Circus. “Un colpo mondiale”, titola il Corriere della Sera il giorno dopo aver fatto lo scoop del passaggio del 7 volte campione del mondo di Formula1 alla Ferrari. Un colpaccio messo a segno dall’algido John Elkann in persona che da editore de La Repubblica e La Stampa è strano che non abbia fornito la primizia ai suoi dipendenti.
Ma l’asse corrieristico, Terruzzi e Sparisci, viaggia davvero alla velocità di una Ferrari e quindi “ubi majorana”: lo scoop sparisce da quelle colonne aziendali e finisce alla concorrenza del vigile Urbano Cairo, che gongola come quando vince il real Torino. Questo però è un fuori pista, mentre invece per tornare sul circuito di Maranello adesso ci vogliono 12 mesi di attesa, stagionata e stagionale, prima che mister Hamilton prenda possesso della seconda Rossa. Si perché alla prima dovrebbe sempre rimanere al volante il francese Carletto Leclerc.
Hamilton sul podio con la Mercedes - ANSA
Il condizionale è d’obbligo perché che il “messia” Lewis avrebbe messo il suo n. 44 sulla fiancata di una Ferrari lo sentiamo dire da un decennio a questa parte. E ce lo aspettavamo al termine del poker di titoli mondiali di fila infilato nel quadriennio magico 2017-18-19-20 a conclusione di un ciclo epico alla Mercedes e l’apertura, per destinazione, di una nuova era alla Ferrari.
In pieno Covid il passaggio era sconsigliato, ora è tutto sistemato.
Ma nel 2025, l’ora X dell’Hamilton ferrarista indica anche che taglierà il traguardo dei suoi primi 40 anni. Una bella età per chiudere e non per cominciare, in ogni sport. È vero che non stiamo parlando di calcio ma di Formula1 e che quindi è la macchina che corre e non l’uomo, ma i riflessi e la resistenza fisica del pilota sono ancora fattori importante anche nell’universo dominato dall’elettronica e ostaggio dell’I.A.
Perciò questo arrivo, sa un po’ di troisiano “scusate il ritardo”. Lo juventino Elkann ha pensato bene di regalarsi il Ronaldo delle quattro ruote, ma qualcuno deve spiegargli che CR7 quando è arrivato in bianconero era ancora un bomber da 30 gol l’anno e poi a pallone si gioca in 11. Il caro vecchio Lewis pur piazzandosi al 3° posto nell’ultimo Mondiale 2023 è a secco di vittorie da due stagioni.
Ma per gli appassionati-invasati della Rossa ora questo non conta. Del resto il brand si fa con l’immagine e quella di Lewis al mercato global-social si vende meglio della coca-cola. Il ragazzo è fashion, è un marchio vivente che però ha anche un cuore grande, come dimostrano le decennali battaglie contro il razzismo e non trascura neanche le comunità Lgbtq.
I 40 milioni e passa a stagione che gli ha garantito finora la Mercedes e le centinaia piovute dalle sponsorizzazione incassate in carriera non lo hanno cambiato. Lui resta sempre il fratellone generoso e attento di Nicolas. Classe 1992, Nicolas è affetto da paralisi cerebrale e Lewis lo ha aiutato sempre in tutto, tranne che ad entrare nell’automobilismo.
«Lewis non ha mai messo un centesimo nel mio motorsport. Eppure molte persone si sono accanite contro di me e ho dovuto subire attacchi e bullismo on-line», si è sfogato di recente Nicola. Dietro a Hamilton c’è un grande fratello e una bella famiglia, ma adesso per favore non facciamo dodici mesi di celebrazioni all’italiana. Anche perché confesso, finché non lo vedrò salire sulla sua Rossa non ci credo. La vita è come la Formula 1, corre troppo in fretta, e le cose cambiano in un solo giro di pista, figurarsi in 12 mesi.