Guerra infantile? Anche, ma in realtà la fanno gli adulti irresponsabili
Gentile direttore,
ogni mattina spero di leggere sui quotidiani parole come: «Dopo lunga ed estenuante trattativa notturna, le parti in guerra sono giunte a una tregua». E invece no. Ha ragione papa Francesco quando nella sua visita pastorale a Malta il 2 e 3 aprile scorsi, citando Giorgio La Pira, parlò di «incredibile infantilismo» dei potenti. Ha detto papa Francesco: «Sono parole attuali: quanto ci serve una “misura umana” davanti all’aggressività infantile e distruttiva che ci minaccia, di fronte al rischio di una “guerra fredda allargata” che può soffocare la vita di interi popoli e generazioni!». Colpiscono i termini “incredibile infantilismo” e “aggressività infantile e distruttiva”. Richiamano i bambini (maschi) quando giocano alla guerra con le armi giocattolo. Nel gioco sono “aggressivi” e crudeli e fanno piazza pulita del “nemico” (che nel gioco spesso è il fratellino o un amichetto). Sono senza pietà e dicono spesso «se non ti arrendi sei morto». Nella loro fantasia parlano di “nemici” e di “morte”. È un gioco appunto, il gioco della guerra. E papa Francesco paragona l’aggressore a un «bambino che gioca alla guerra». Una guerra con armi «preparate da tempo» che seminano vera morte e vera distruzione.
Gabriele Soliani, Reggio Emilia
Sta a noi adulti dare giusti modelli e insegnare ai piccoli a non “giocare” alla guerra, e questo formando e disciplinando il loro lessico e il loro (naturale) spirito competitivo, anche attraverso quelle forme rituali di “duello” personale e comunitario che sono le gare e i giochi di destrezza (a squadra oppure uno-contro-uno) condotti secondo un codice di lealtà e di rispetto reciproco. Anche per questa via passa l’educazione alla pace... Che è l’esatto contrario della maleducazione bellica. Ce lo ricorda, oggi, papa Francesco così come, ieri, l’hanno fatto i suoi grandi predecessori novecenteschi e figure di straordinaria statura umana e di visionario coraggio come Giorgio la Pira. Per questo, caro dottor Soliani, quando si manifestano derive aggressive e belliche, più che di “infantilismo” personalmente preferisco parlare di “adultismo” irresponsabile e prepotente. Per noi credenti, poi, i bambini non guastati dagli adulti sono il modello che Cristo stesso ci ha indicato per... tornare a casa e poterci entrare.