La Giornata internazionale contro la droga. Gridiamo il nostro no alla cocaina che uccide
Si celebra oggi la Giornata internazionale contro la droga, voluta nel 1987 dall’a-ssemblea generale dell’Onu per combattere il traffico e il consumo di stupefacenti. Nessun dubbio: dopo 25 anni la droga, soprattutto la cocaina, è ovunque sempre più diffusa. Esagerazioni? No. Le analisi delle acque dei fiumi e nei depuratori evidenziano un numero elevato di consumatori. La si spaccia persino in chiesa, un luogo sicuro dove gli sbirri non fanno perquisizioni. La si consuma tra una finta preghiera e un falso raccoglimento. Chi si meraviglia di questa strage in atto, e non trova di meglio che fornire dati approssimativi, si fermi a osservare quanto succede nei bar, per strada, nei giardini pubblici, nelle sale cinematografiche e, se non fosse sufficiente, faccia qualche ispezione presso alcuni insospettabili politici, industriali, cantanti, ciclisti e professionisti in genere. Fabrizio Corona, che di mondo sa qualcosa, sottolinea che scandalizzarsi di ciò che avviene tra i vip è solo ipocrisia.
Ma basterebbe interrogare i nostri ospiti, giovani e adulti, in Comunità per saperne di più. Loro sanno dove si compera la cocaina, da chi, a quale prezzo e la sua qualità. Se gli si chiede perché usino questa sostanza, la risposta più comune è: «Ti fa sentire immediatamente diverso, forte, capace di affrontare tutte le situazioni; esci dall’anonimato, ma soprattutto sei un dio». Qual genere di dio si diventi poi con alcune strisce di cocaina, è facile immaginare. I rischi? Arcinoti, per l’informazione scientifica e psichiatrica alla portata di tutti. Ma la trasformazione del tessuto sociale? Un’ampia fetta di popolazione, giovanile e non, pensa e agisce sotto l’effetto di una sostanza stupefacente che modifica le relazioni, le emozioni, le cognizioni, le attese, i sentimenti. È tra noi una persona «rifatta psicologicamente» che può illuderti, deluderti, aggredirti improvvisamente, compromettendo i risultati familiari, aziendali, lavorativi, professionali. Possiamo trovarci a che fare con una persona – di cui ci siamo sempre fidati per le cure mediche, la difesa legale, i risparmi, il posto di lavoro – che ti manda in rovina. La cocaina, quasi sempre innaffiata dall’alcol, compromette l’equilibrio psichico, con evidenti gravi ricadute in famiglia e sul lavoro.
Non solo. Imbocchi l’autostrada per recarti al mare o in montagna con la tua famiglia e finisci travolto da un cocainomane che ha fatto il "pieno" di droga prima di partire. Se per l’irresponsabilità di un tossico qualcuno può finire al cimitero, c’è davvero poco da tollerare o sottovalutare... Basta dunque con questo silenzio accondiscendente dei media, come se la droga fosse un ricordo del passato. La droga c’è e i tossicodipendenti sono tanti e in larga parte sconosciuti. Per il bene sociale e soprattutto per l’incolumità del cittadino, sono necessari controlli a tappeto e accertamenti clinici immediati, specialmente sulle strade e nei luoghi di divertimento dove i cocainomani s’ammassano, spingono, calpestano, scatenano risse. Questa giornata contro la droga, dunque, non sia solo una parentesi accompagnata da informazioni di circostanza, ma l’occasione per gridare il nostro no alla droga che uccide. Il padre che sotto effetto della cocaina getta la sua bambina nel Tevere, la ragazza che dopo aver sniffato la polvere bianca s’impicca in casa, e tante altre morti non documentate, ci devono far riflettere.