Panama 2019. La «spedizione dei mille» per la strana Gmg di gennaio
Fuori stagione, almeno per noi dell’emisfero boreale, e in un punto del mondo che non evoca scenari particolarmente suggestivi: che strana Gmg sarà quella che seguiremo lungo tutta la settimana? Quella che si celebra nei prossimi giorni a Panama, e che sta già portando in Centro America giovani di ogni provenienza, è una Giornata mondiale piuttosto anomala rispetto alle ultime edizioni, in particolare per la collocazione temporale.
Di solito si va alle Gmg in estate, durante le vacanze. Tanto che, cadendo sempre tra luglio e agosto, anche un posto remoto come Sydney (Gmg 2008) fu in grado di attirare 10mila italiani. Ma la combinazione di calendario e mappamondo di questa Giornata obbliga a rivedere i nostri criteri abituali, e a mettere meglio a fuoco le attese che di solito ci promettono una grande "festa della fede" animata da gruppi numerosi, in un’atmosfera di gioia prorompente. Ci sarà anche questo, certo, ma forse persino qualcosa in più.
Rispetto alle altre che l’hanno preceduta Panama 2019 si presenta anzitutto come una Gmg tutta diversa ma in realtà del tutto simile, a cominciare dal Papa, presente come sempre e con la consueta agenda fitta di incontri e discorsi, da mercoledì a domenica. Il programma, poi, ricalca per cadenza e suggestioni le Giornate cui siamo abituati. E se gli impegni di studio e lavoro – oltre ai costi di una trasferta così lunga – fanno passare dai 100mila italiani che invasero Cracovia nell’estate 2016 al migliaio che, più o meno, dovrebbe contarsi nel piccolo Paese del Canale, l’evento che i nostri ragazzi stanno iniziando a sperimentare non cambia per natura e capacità di incidere nella vita di ciascuno.
È vero, semmai, che può dire qualcosa di ancor più profondo e vero. Scegliere di fermarsi quando nulla ti invita a farlo, andare anche se la compagnia attorno è alquanto sparuta, spremere il salvadanaio per un viaggio di venti ore verso una destinazione che pochi coetanei sarebbero in grado di collocare sul planisfero è il segnale che la partenza dei nostri mille è in grado di parlare al cuore più di ciò che l’anomala Gmg di gennaio sembra capace di fare. È una questione di domande, e le domande riguardano la vita di tutti, sempre.
Una Gmg "difficile" obbliga a concentrarsi sull’essenziale. E allora, proviamo a metterci nello zaino di quelli che, malgrado tutto suggerisca il contrario, vanno. Perché i giovani accettano l’invito del Papa, e si mettono in viaggio? Cosa cercano in un incontro mondiale a tema religioso, oltre al sostegno reciproco tra sconosciuti che in un istante si scoprono familiari nel provare a vivere oggi una fede sempre più alternativa a molte logiche del mondo? Eppure, è lo stesso mondo nel quale mostrano di saper stare a proprio agio, senza nulla che apparentemente li possa distinguere. Ma è dalla conoscenza di ciò che sembra appagare la maggior parte che una minoranza viva si sente spinta a cercare altro, a mettersi in viaggio anche contro il calendario e la moda, perché avverte dentro di sé il pungolo di un’inquietudine che mette il cuore e i piedi in movimento, una domanda che non si spegne: è tutto qui? E io, sono tutto quello che sembra? O c’è altro che mi cerca, mi attende, mi chiama? Panama, allora, è solo il nuovo nome di una sete, una speranza, un desiderio che sono di quei mille ragazzi col tricolore, dei 200mila che incontreranno. E anche dei nostri.