Caro direttore,provo a dare anche io un suggerimento al presidente del Consiglio Matteo Renzi: per un “giusto risparmio” delle spese ingiuste gli suggerisco di tagliare tutte le pensioni di reversibilità alle coppie separate... Costoro hanno già goduto di troppi vantaggi per effetto proprio della separazione che di fatto ha loro consentito di ottenere sconti fiscali notevoli in sede di dichiarazione dei redditi e di dimezzare l’attestazione Isee, con il risultato di godere di condizioni favorevoli in tutti i campi. Scrivo queste cose a ragion veduta. Anche quest’anno, infatti, sto per consegnare il 730 a un esperto che ormai mi conosce bene e immancabilmente mi guarda, scuote la testa e mi consiglia di separarmi: io, con moglie e quattro figli, mi troverei di colpo in una condizione ideale! Questa è l’Italia...
Emilio Dossena, BresciaNon c’è tempo più propizio di questo – tempo di dichiarazione dei redditi – per tornare a sentire sulla propria pelle di contribuenti la sferza folle di uno Stato che ti premia in tanti modi diversi se decidi di mandare all’aria (anche solo formalmente) la tua famiglia e ti punisce con altrettanta fantasia e incredibile, umiliante veemenza se continui a tenerla unita e a dichiararti coniuge di tua moglie o di tuo marito, padre o madre regolarmente convivente con i tuoi figli. Non c’è tempo più propizio di questo – tempo di preparazione dei decreti legislativi che dovranno attuare la delega fiscale varata sul finir dell’inverno dal Parlamento – per ricordarlo al governo e a chi lo guida. E ieri, caro amico, riprendendo il saggio e appassionato appello del presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, siamo tornati a fare proprio questo, titolando con forza la nostra prima pagina su una necessaria svolta legislativa e pratica a sostegno della famiglia. Ormai è davvero difficile non rendersi conto della gravità delle conseguenze che la sbadata o maliziosa ostilità normativa e fiscale nei confronti delle famiglie e, soprattutto, delle famiglie con figli continua a scaricare sulla vita di milioni di persone, su una dimensione essenziale per la tenuta della rete di solidarietà sociale e, in definitiva, sul futuro stesso del nostro Paese. Il premier Renzi si è impegnato, anche con una lettera a questo giornale, a cambiare registro dopo anni e anni di vaniloqui o di disattenzioni da parte dei suoi predecessori a Palazzo Chigi. Aspettiamo le controprove.