Il direttore risponde. Famiglia, Parma non torni indietro
Gentile direttore,
il taglio da parte del Comune di Parma del «quoziente familiare» o «quoziente Parma» si sta rivelando una "provvidenziale" e importante occasione per riportare al centro del dibattito cittadino, in vista della elezione del nuovo sindaco, la famiglia. Eh, già. Molti se l’erano scordata. Si sta proprio parlando di quoziente familiare, ossia il sistema per calcolare tasse e tariffe comunali in base al numero dei figli o dei componenti e dei carichi familiari. La famiglia, la grande dimenticata! E per rispolverare la memoria di tutti, candidati, partiti ed elettori, ho deciso di prendere carta e penna, o meglio, mouse e computer. Voglio fare una domanda ai candidati sindaci, a prescindere dalle rispettive appartenenze: qual è la vostra posizione riguardo il «quoziente Parma»? Va sospeso, abolito, confermato, esteso? Ognuno si assuma la sua responsabilità di fronte agli elettori e alla città che si candida ad amministrare. Per quanto mi riguarda reputo fondamentale agire in direzione del mantenimento dell’attuale quoziente familiare comunale e ritengo un gravissimo errore abolirlo. Parma è stato un importantissimo laboratorio nazionale di politiche familiari e il suo capitale sociale e di esperienza diretta "sul campo", frutto del contributo di moltissime associazioni, non può andare perso ma deve essere conservato e semmai esteso.
Glauco Santi, Parma