Il direttore risponde. Famiglia, l’ora di scelte chiare
Caro direttore,
dopo aver letto gli articoli pubblicati da Avvenire sul Piano nazionale della famiglia, recentemente approvato in via definitiva dal governo Monti, e pur condividendo la soddisfazione per la conclusione del lungo e contrastato percorso che il Piano ha dovuto compiere, vorrei esprimere alcune preoccupazioni di merito. Come è noto, il testo adottato in via preliminare dal governo Berlusconi dopo la Conferenza nazionale di Milano era bloccato da tempo dalla mancata intesa con le Regioni, che lamentavano il mancato finanziamento del Piano stesso. Ma il Piano nazionale ha per legge un carattere prettamente programmatorio, e deve indicare le politiche che si ritengono strategiche per la famiglia; politiche che naturalmente sono poi attuabili in concreto compatibilmente con la situazione economica del Paese. In altre parole, si tratta di un documento di indirizzo, importante perché esprime le linee e le scelte del governo non solo relativamente all’attualità ma anche al futuro. Finalmente, con il governo Monti, il Piano è stato sbloccato. Ma come? È accaduto che la Conferenza Stato-Regioni abbia dato l’intesa, e il Consiglio dei ministri abbia poi approvato il Piano, con la cancellazione nella parte preliminare del riferimento all’articolo 29 della Costituzione («La famiglia come società naturale fondata sul matrimonio») e mutilandolo di tutta la parte riguardante il cosiddetto "Fattore Famiglia", il più significativo e strategico obiettivo condiviso da tutti dalla Conferenza di Milano e più volte sollecitato come indispensabile dal Forum delle famiglie. Pur nella constatazione che nel Piano rimangono elementi positivi, la mirata cancellazione dei due pilastri fondamentali di quell’atto programmatorio lascia assai perplesso chi ha a cuore le sorti della famiglia italiana, minacciata da una parte da una forte pressione per il riconoscimento delle coppie di fatto e il divorzio breve, e dall’altra da una crisi economica che non accenna a risolversi. Insomma, mi pare che il compromesso trovato lasci troppa incertezza per il futuro.
senatore Carlo Giovanardi, responsabile politiche famigliari del Pdl