Siamo notoriamente un Paese allegro, tutto spettacolo e velinismo (anche culturale), in cui persino le situazioni più serie diventano comodamente grottesche; e ciononostante ancora capace di stupire. Nella distrazione generale il Parlamento (il 15 febbraio la Camera e il 28 il Senato) ha votato pressoché all’unanimità la ratifica italiana dell’adesione della Croazia alla Ue. Un comunicato del Quirinale del 1° marzo ha diffuso la notizia di una telefonata del presidente croato Josipovic al nostro presidente Napolitano all’indomani della ratifica, rinnovando «sentimenti di gratitudine e di amicizia verso l’Italia». Silenzio della grande stampa nazionale. Nel corso della breve discussione in Senato, alcuni esponenti di diversi gruppi parlamentari hanno lamentato questo silenzio; altri avrebbero vanamente voluto che nell’occasione il Senato tenesse una seduta solenne; per giunta era presente in aula il presidente del Parlamento croato. Macché. E sì che nel corso della breve discussione non erano mancati rilievi ai problemi tuttora aperti con la Croazia e già oggetto di costante attenzione della stampa nazionale: Giovanardi, ad esempio, ha ricordato la medaglia d’oro al valor militare a Zara concessa da Ciampi nel 2001, ma mai conferita per le proteste croate. Mantica, oltre a lamentare le condizioni dei cimiteri italiani in Croazia, ha evidenziato ben altri problemi pratici come i mancati indennizzi agli esuli e la restituzione dei beni nazionalizzati: «La Croazia – ha detto – deve all’Italia 35 milioni e 300.000 dollari da più di 15 anni. Nel bilancio croato non esiste un atto scritto al riguardo». Verrebbe da chiedere perché questo contenzioso, denunciato da molti parlamentari intervenuti nella discussione, non sia stato chiuso pregiudizialmente prima. Ma non è questo il problema. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, D’Andrea, ha vantato in aula l’eccezionale rapidità («vero e proprio record») dell’iter di questa legge di ratifica, approvata dal Consiglio dei ministri il 3 febbraio, dalla Camera il 15 e dal Senato il 28. Straordinario. Attenzione alle date: in occasione del Giorno del ricordo (10 febbraio), la puntata di Porta a porta condotta da Bruno Vespa il 13, dedicata ai drammi delle popolazioni italiane istriane e giuliano-dalmate – infoibamenti, sevizie, espropri, esilio forzato –, ha provocato un vespaio di legittime polemiche per la presenza in studio di «negazionisti» come Alessandra Kersevan (chissà cosa sarebbe occorso se in occasione del ricordo della Shoah fossero stati invitati in tv Faurisson o Irving). La stampa italiana per settimane ha seguito il caso, tra polemiche d’ogni genere (cui si sono aggiunte iniziative locali, come in Toscana, con la distribuzione in alcune scuole di pamphlet "riduzionisti"). Polemiche in corso anche nel giorno in cui, nella distrazione generale, la Camera approvava la legge di ratifica. Poi, malgrado la conclusiva approvazione da parte del Senato, il comunicato della Presidenza della Repubblica, ecc., l’argomento è rimasto silenziato.