Sindacati. Pensionati in piazza per l’equità
Caro direttore,
saranno tanti oggi a Roma i lavoratori e le lavoratrici, di tutte le categorie produttive, al fianco delle federazioni dei pensionati di Cgil, Cisl, Uil che chiedono, ancora un volta, più rispetto e considerazione da un Governo, questo Governo, e in generale dalla classe politica. È una protesta forte, del tutto legittima, che ha il pieno sostegno delle Confederazioni sindacali.
I pensionati sono persone che hanno dato tanto al nostro Paese in termini di lavoro, professionalità, innovazione, cultura, ma anche di sacrifici e di assistenza per i nostri figli e i nostri nipoti. Sono stati definiti dalla politica gli 'avari di Moliere' per la loro richiesta giusta, sacrosanta, di ripristinare un sistema di rivalutazione più equo delle pensioni. Ben altro rispetto all’elemosina di 40 centesimi in più al mese e ai 7 euro lordi all’anno che il governo Conte due ha stanziato in questa legge di bilancio.
Un fatto inaccettabile che deve essere corretto. I pensionati contribuiscono per il 56 per cento alla spesa previdenziale e di protezione sociale complessiva e per il 30 per cento alle entrate fiscali. Ma ricevono briciole dalla Stato in termini di assistenza, servizi sociali e sanitari. I nostri anziani sono in Europa i più tartassati, quelli che pagano il livello più alto di tasse. Servirebbe una vera riforma per restituire loro una parte delle risorse recuperate dalla lotta all’evasione ed elusione fiscale, riducendo davvero le tasse per chi le paga tutte e fino all’ultimo centesimo, allargando la quattordicesima per aiutare chi è più in difficoltà. Da qui bisognerebbe partire quando si parla di una vera giustizia fiscale.
Nel nostro Paese ci sono 3 milioni di persone non autosufficienti, la maggior parte delle quali sono anziani. È una emergenza nazionale di cui nessuno parla. Un peso insostenibile per milioni di famiglie che se ne fanno carico da sole e che rischiano per questo di finire in povertà. Finora la risposta delle istituzioni è stata inadeguata, frammentata nelle risorse, negli interventi e nelle responsabilità tra enti diversi. Occorre una legge nazionale sulla non autosufficienza, con risorse adeguate, criteri uniformi per la valutazione dei bisogni, l’integrazione tra politiche sociali e sanitarie.
Gli anziani di oggi e di domani sono una risorsa e non un peso. È inaccettabile che siano considerati un 'bancomat' da spremere, come è avvenuto negli ultimi anni con i tanti balzelli locali. Per non parlare del livello scadente dei trasporti, delle liste d’attesa infinite negli ospedali, dei ticket odiosi. I livelli di assistenza sanitaria dovrebbero essere garantiti in tutto il Paese, investendo nella medicina del territorio, nelle cure intermedie, nella domiciliarità. Questo chiederanno oggi insieme pensionati e lavoratori al Circo Massimo. 'Invisibili no. Siamo sedici milioni', è lo slogan della Manifestazione.
Un appello forte, inequivocabile, che tutta la nostra classe politica farebbe bene a non ignorare, sapendo che il sindacato continuerà la sua mobilitazione per sollecitare una svolta a favore della crescita, della soluzione alle centinaia di vertenze aperte al Ministero dello sviluppo, a partire dalla ex Ilva, dello sblocco dei cantieri e degli investimenti, delle risorse per i rinnovi dei contratti pubblici. Così come chiederemo al Governo una nuova politica di sviluppo per il Mezzogiorno, una riforma delle pensioni che riconosca un anno di contribuzione per ogni figlio alle donne madri, affrontando il tema dei lavori più gravosi e quello instabile ed insicuro dei giovani. Sono questi i bisogni e le priorità dell’Italia che si possono affrontare solo con una vera discontinuità nelle politiche economiche e con un grande patto intergenerazionale, salvaguardando il futuro dei nostri giovani e la dignità di milioni di persone anziane che continuano a dare tanto al nostro Paese.
Segretaria generale Cisl