Opinioni

Titoli solo per il falso allarme a Lourdes. Quel mondo in cammino che troppi non vedono

Giorgio Paolucci martedì 17 agosto 2010
Ci voleva l’allarme bomba al santuario di Lourdes, rivelatosi poi inconsistente, perché il circo mediatico si accorgesse di un fenomeno che ordinariamente non assume dignità di notizia. Il "fenomeno" in questione sono i fiumi di pellegrini che in occasione della festa dell’Assunta affollano i santuari mariani. Trentamila solo nella località francese, migliaia nei luoghi-simbolo del nostro Paese. Caravaggio, Loreto, Pompei, solo per citare i più noti, ai quali si aggiungono decine di siti meno famosi ma che hanno un posto di riguardo nel cuore di tante persone. Gente di ogni età e condizione sociale, che a Ferragosto ha scelto di andare a Messa in un luogo dove si ricorda un’apparizione di Maria o un evento prodigioso attribuito alla sua intercessione. Italiani e stranieri: tanti, questi ultimi, sempre più numerosi, che rinnovano e alimentano una fede messa spesso a dura prova dall’avventura migratoria. Così gli immigrati offrono a un’Italia distratta la testimonianza di un attaccamento a quelle radici cristiane che qui rischiano il misconoscimento e l’inaridimento. Era impressionante, domenica scorsa nel santuario di Caravaggio, vedere l’intensa partecipazione alla Messa in lingua inglese di un nutrito gruppo di migranti di origine africana arrivati in pullman da Verona, che hanno animato la liturgia con i canti della loro tradizione e un’energia contagiosa. E quando, alla fine della cerimonia, i sette sacerdoti neri hanno ringraziato il rettore per l’ospitalità, dalle centinaia di persone che affollavano il santuario è salito un lungo, caloroso applauso che ha unito africani e italiani, resi più consapevoli – dopo quella celebrazione – dell’universalità della Chiesa e di quanto potente sia l’unità donata da Cristo, che tiene insieme storie e culture così diverse.Per tutto il giorno di Ferragosto il santuario di Caravaggio, come tanti altri luoghi di devozione, è stato letteralmente invaso dal "popolo di Maria", che ha offerto la propria umanità implorante all’abbraccio di una Madre capace di accogliere domande, attese, speranze, gioie e dolori. Ma se non fosse stato per l’allarme bomba di Lourdes questo popolo non sarebbe salito neppure incidentalmente agli onori delle cronache televisive, prodighe invece (come sempre) di servizi sulla giornata festiva trascorsa alla spiaggia di Rimini o Mondello, nelle valli alpine o tra i gioielli artistici delle nostre città semideserte. Un pezzo di realtà, quella silenziosa invasione, evidentemente non ritenuto meritevole di rappresentazione mediatica, anche se i numeri (nelle redazioni ritenuti spesso così necessari "per valutare la notizia") lo suggerirebbero. Trentamila a Lourdes a Ferragosto? E chi l’avrebbe mai detto, avranno pensato certi telespettatori nostrani. Che probabilmente continueranno a restare all’oscuro del vasto popolo che domenica scorsa ha affollato centinaia di luoghi dove trova alimento quella fede cristiana che sostiene l’esistenza di milioni di italiani e dà ancora e sempre solidità a reti di speranza e di solidarietà al servizio di tutti.