Opinioni

Debito pubblico record e rischo default. Lo spettro del fallimento s'aggira per l'America

Elena Molinari giovedì 14 aprile 2011
«Non sono preoccupato per il deficit: è abbastanza grande da prendersi cura di sé». Scherzava, Ronald Reagan, nel 1984. Ma quel presidente, in realtà, stava celando abilmente un’inquietudine. Il deficit degli Stati Uniti aveva superato il 4% del prodotto interno lordo. E il debito pubblico si avvicinava ai mille miliardi di dollari. Un’ansia simile, anche se molto più pervasiva, impedisce oggi agli americani di sentirsi sollevati ogni volta che sentono dire che la crisi è alle spalle e la ripresa decollata. Pur se la maggior parte dei cittadini non saprebbe citare con precisione i numeri del problema, da mesi nella consapevolezza popolare d’America è maturata la convinzione che questa non è stata una recessione come le altre, e la colpa è in gran parte dell’enorme debito pubblico.Una paura destinata a crescere. Dopo aver sudato freddo di fronte agli schermi televisivi che contavano le ore mancanti alla "chiusura" del governo federale per mancanza di fondi (evitata all’ultimo momento da un compromesso sulla Finanziaria 2011), tra breve gli americani si troveranno a dover fare i conti con la possibilità reale che l’America non sia in grado di far fronte ai suoi debiti per la prima volta dal 1790. Il rischio è quello del default, un’insolvenza tecnica, ma non per questo meno grave.Domani stesso, infatti, il debito pubblico degli Stati Uniti dovrebbe raggiungere il limite massimo consentito dalla legge: 14.300 miliardi di dollari (il deficit intanto è salito al 10,9% del Pil, quello italiano è al 4,3%). Il dipartimento al Tesoro, per la precisione, ha aggiunto che il tetto verrà sfondato il 16 maggio. A quel punto scatterebbe ufficialmente il default, a meno che il Congresso non frattempo non decida di innalzare i limiti di spesa. Un atto politico, insomma, e per nulla garantito: i repubblicani non intendono parlarne «prima di luglio», mentre la corrente antitasse del Tea Party tifa già per il default, perché «insegnerebbe al Paese a non spendere più di quel che può permettersi».Ma la "lezione" non sarebbe affatto indolore. I buoni del Tesoro americani non verrebbero più considerati un investimento "sicuro", costringendo il governo a offrire interessi più alti. I tassi di interesse, dai prestiti per le aziende ai mutui alle famiglie, salirebbero di conseguenza, si assisterebbe a una significativa erosione del livello dei risparmi e a una contrazione dei consumi, con effetti negativi e duraturi sulla crescita. Il danno non sarebbe temporaneo. Una volta creato il precedente del default, il debito Usa diventerebbe meno appetibile per decenni. Europa, Cina e Giappone potrebbero ridurre i loro investimenti in dollari, costringendo la Federal Reserve a continuare a fare quello che sta facendo da mesi: comprare buoni del Tesoro Usa stampando denaro. Un processo che genera inflazione e svaluta il dollaro. «Sarebbe una valanga imprevedibile di eventi catastrofici», ha riassunto Jamie Dimon, amministratore delegato di J.P. Morgan Chase.La situazione ha costretto Barack Obama in un percorso politico pericoloso. È arrivato alla Casa Bianca spendendo, spinto dalla crisi e da due guerre, facendo lievitare il debito di quasi 3.500 miliardi di dollari. E ora, alla vigilia di una non scontata rielezione, si trova costretto ad annunciare tagli dolorosi, anche a programmi considerati "sacri" dall’universo politico democratico, come la scuola, la mutua per poveri e gli anziani, le pensioni per gli over 65.Per gli americani è un’iniezione di ansia aggiuntiva, inattesa e indesiderata. Sapevano di dover tirare la cinghia, ma ora si trovano costretti a scegliere tra il rischio di feroci sforbiciate ai pochi servizi di welfare che ancora si aspettano dal governo e la possibilità niente affatto remota di vedere la fine dell’era nella quale l’economia degli Stati Uniti si rappresentava come la più solida del pianeta. Al di là degli annunci di «piani fiscali» avanzati in questi giorni, a guadagnarsi nuovamente la fiducia degli americani sarà il leader capace di rassicurarli circa il fatto che, anche questa volta, l’America sarà in grado di risollevarsi. A quale prezzo?