Opinioni

Dove portano nazionalismo aggressivo e multilateralismo di guerra

Marco Tarquinio giovedì 22 dicembre 2022

Gentile direttore,

troppa Nato e poca Onu. Penso che questa frase sintetizzi l’attuale fase della guerra russo-ucraina. Che ne pensa?

Francesco Caccamo


Penso che sia una buona ma parziale sintesi di un problema terribile, cioè della drammatica e a tutt’oggi irrefrenabile guerra che infetta il mondo e che da dieci mesi ha il suo teatro principale e rivelatore nell’Est europeo, soprattutto (ma non solo) sulla pelle del popolo ucraino. Questa tragedia bellica e politica rende più evidente il grumo di calcoli, presunzioni, pretese egemoniche e arroganti miopie che spinge a voler ricostruire nella realtà globale di oggi un mondo spaccato in due blocchi contrapposti, e dimostra a chi vuol vedere dove porti l’umanità e le nazioni la scelta di cercare di curare guerra e illibertà con un falso “multilateralismo di guerra” (la Nato) invece che con un “multilateralismo di pace” (l’Onu) che si continua a indebolire. Ci sono poi le responsabilità di Volodymyr Zelensky e credo che la storia sarà più severa della cronaca con il presidente ucraino. Ma in particolar modo ci sono quelle di Vladimir Putin e del suo regime. Penso che l’altra metà abbondante del problema, e prima di tutto per il popolo russo, è sintetizzabile nel nome dell’uomo del Cremlino e nel suo aggressivo nazional-sovranismo. Ognuno di questi elementi è tuttavia oggi necessario per ricostruire il mosaico della pace. Un paradosso che può e deve farsi soluzione, ma dobbiamo ricordarci bene di tutto.