Obama contro le discriminazioni. Donne al lavoro, questione di classe
Nel 2014, nella maggiore economia del mondo, gli Stati Uniti, le donne che lavorano sono meno pagate dei colleghi uomini, faticano a ottenere periodi di aspettativa per curare i figli o un genitore malato, sono ancora discriminate se aspettano un bambino, possono essere licenziate se prendono troppe pause dal lavoro per ragioni familiari. A ricordarlo, denunciando l’intollerabile discriminazione, è Barack Obama: la disoccupazione è tornata sotto il 6% ma «in America non ci possono essere cittadini e lavoratori di seconda classe», ha detto il presidente Usa rivolgendosi alle donne.
Molti hanno letto l’intervento come un modo per ingraziarsi l’elettorato femminile a pochi giorni dal voto di midterm. Ma la chiave politica nulla toglie al significato del discorso. Nel mondo del lavoro, le donne continuano a viaggiare "in seconda classe", ovunque si trovino. Lo conferma la classifica sulla "disparità di genere" del World Economic Forum, diffusa pochi giorni fa, che vede primeggiare i Paesi del Nord Europa, con gli Usa al 20° posto su 142 e l’Italia al 69°, ma tra gli ultimi (129° posto) per differenza salariale. In Europa le donne guadagnano in media il 30% in meno degli uomini, e le ragioni sono molte e note. Dipendono dai pregiudizi, ma soprattutto da un dato naturale incontrovertibile: le donne possono fare figli e possono voler stare con loro il tempo che serve. E questo continua a rappresentare un problema per larga parte della cultura aziendale.
Aver parlato di maternità, dunque di conciliazione, di «difesa delle donne incinte», e non solo di gap retributivo o di carriera, è un merito per Obama, che in questo sembra distinguersi da molti leader e opinionisti europei, purtroppo anche donne. È emblematico che l’appello giunga dallo stesso Paese in cui due aziende al top del politicamente corretto, Apple e Facebook, hanno annunciato che regaleranno il congelamento dei gameti alle dipendenti interessate a fare carriera e rinviare la maternità. L’America, in vari modi, ci ricorda che c’è molta strada da fare per imparare a non discriminare le donne, concedendo loro la libertà di restare donne. Una sfida per le aziende che oggi fanno a gara nel dirsi friendly, aperte e amichevoli verso bisogni emergenti, come per i sindacati in cerca di "nuovi" diritti da rappresentare.