Il direttore risponde. Domenica, le eccezioni e la regola
Gentile direttore,
le scrivo a proposito dell’iniziativa "Libera la domenica". Anche la Chiesa italiana ha appoggiato la raccolta di firme, adducendo la motivazione, invero condivisibile da ogni cristiano, che nelle feste il discepolo di Cristo dovrebbe seguire il terzo comandamento e trascorrerle (le feste stesse) in famiglia; tutto giusto, tutto vero, ma... E i lavoratori turnisti? I dipendenti delle Forze dell’ordine? Gli ospedalieri? I farmacisti di turno? Chi lavora nei trasporti? I ristoratori e i camerieri e cuochi loro dipendenti? I dipendenti dei call center telefonici (quante volte li abbiamo chiamati anche di domenica, per esempio, per malfunzionamenti del nostro telefono cellulare)? I giornalisti e lavoratori delle tipografie che lavorano per i quotidiani che escono al lunedì? I tele e radio giornalisti?... l’elenco sarebbe assai lungo e finanche noioso: tutti questi lavoratori (e molti altri ancora), non avrebbero anch’essi diritto a santificare la festa e a viverla con la propria famiglia? Si è forse meno cristiani se si lavora nei giorni festivi? A meno che tale iniziativa non sottintenda l’idea che esistono lavoratori di serie A (i piccoli commercianti e loro dipendenti), e poi tutti gli altri, turnisti nei servizi essenziali e no (per esempio, è obbligatorio andare al ristorante la domenica? Non credo sia un servizio essenziale).
Certo, a tutti piacerebbe osservare il terzo comandamento con la propria famiglia, mogli, mariti, genitori, figli, amici, ma non è possibile, altrimenti il Paese si fermerebbe totalmente. Se, quindi, l’iniziativa "Libera la domenica" fonda la propria ragion d’essere sulle motivazioni economiche (assolutamente comprensibili) e spiegate dalla Confesercenti che si preoccupa della sorte dei piccoli negozi incalzati dalla grande distribuzione, è certamente da appoggiare. Se, nel contempo le si vuole dare un tono religioso, sarà interessante verificare, qualora la rivendicazione portasse i frutti sperati dai promotori, quanti dei lavoratori dipendenti di piccoli esercizi commerciali e quanti dei loro datori di lavoro si precipiteranno nelle rispettive parrocchie di appartenenza a santificare la festa.
Luciano Turco