La bella natura di un mese. Discrezione di Settembre. (La regola del vivere)
Ecco la bellezza discreta di Settembre. Dopo che l’estate ci ha reso quasi tutti più appariscenti, coloriti, esibiti, a volte anche sfacciati, ecco un’altra bellezza, non minore, anzi forse più potente. Tra le tante cose che Settembre ci insegna vi è la discrezione. La parola discreto viene da discernere.
Ovvero distinguere, comprendere guardando bene. Non è solo quella qualità che sta nel custodire con rispetto le cose, trattarle con attenzione. Una persona discreta, in genere, è una che non si fa gli affari degli altri, che non ama apparire, insomma che fa le cose con cura. Ma se guardiamo bene la etimologia, la discrezione non è tanto un carattere per così dire morale, bensì una dote che viene dall’attenzione, dall’esercizio di conoscenza.
Essere discreti insomma significa conoscere bene, riconoscere. E dunque Settembre ha una bellezza discreta, cioè la possono vedere davvero solo quelli che stanno attenti, che non hanno sempre bisogno di effetti speciali, di insegne luminose, di cose 'a tutto volume'. L’eleganza, come il demonio, si nasconde nei dettagli. Se non hai occhio e intelligenza e cuore educati alla discrezione non vedi né l’una né l’altro. Scambi lucciole per lanterne. Il che, se si tratta di eleganza e di demonio, può essere pericoloso, perché conduce a una rovina del gusto che va di pari passo con la rovina dell’anima.
È importante educarsi alla bellezza delle sfumature di Settembre, guardarla, imparare da questo attenuarsi di luci che non è un diminuire, ma una maggiore intensità distribuita ovunque. È luce che sa convivere con le ombre, che sa esaltare le pieghe dei vestiti e dei discorsi, dei ragionamenti. Ha una sua bellezza anche il bianco e nero, non c’è dubbio, ma – a parte su certi abiti – il bianco e nero deve il suo fascino fotografico alle mille sfumature, alle gradazioni.
Alle penombre. La bellezza discreta di Settembre ci indica anche un modo di conoscere i fenomeni. Per poter gustare la bellezza di ogni cosa – delle persone, della natura, della società, delle relazioni, persino della politica – occorre un pensiero capace di discrezione. Possiamo usare questo mese per imparare a guardare la vita. Ci sono incanti, declinazioni infinite di luci, di verde, di azzurri, variazioni improvvise e poi riprese di più estreme armonie, e sorprese nei luoghi meno evidenti. C’è un tempo per tutto, suggerisce il Libro saggio e antico. Un tempo per essere come Luglio, un tempo per essere come Agosto o come Aprile o Gennaio. Ora viene settembre, mese di una delle mezze stagioni.
Non è vero che non ci sono più. Ci sono, e servono molto. E non perché la verità sta nel mezzo, come recita un proverbio idiota (la verità sta dov’è, anche in uno sperduto estremo) ma perché raggiungere il vero e il bello delle cose richiede di passare anche nelle cose medie. La regola per vivere, parola cara a quei monaci che seppero attraversare il cambio d’epoca (di cui tutti oggi parlano, ma pochi patiscono e interpretano), è fatta di bagliori e luci e discrezione.