Avevamo salutato con interesse e speranza, due anni fa, l’ingresso di Federica Guidi, giovane donna d’impresa, nel terzetto dei "ministri economici" di gran peso del Governo Renzi. E in quello stesso commento, riprendendo una battuta del premier, avevamo sottolineato che lui e la sua squadra si stavano «giocando la faccia» al cospetto di concittadini sempre più stanchi di crisi e arrabbiati per giochi di palazzo e irresolutezze e meschinerie di politici. Sono esattamente questi i motivi per cui, oggi, accogliamo con amaro sollievo le pronte dimissioni della signora ministro dello Sviluppo economico, travolta dal «traffico di influenze» di cui è sonoramente accusato il suo compagno di vita Gianluca Gemelli. Da garantisti, auguriamo a lui di dimostrarsi innocente e a lei di non aver davvero offuscato l’impegno assunto giurando sulla Costituzione. Sarebbe un bene per tutti, se fosse così. Ma sarà un bene assai più grande se questo scandalo, esploso tra il sole di Lucania e l’ombra di stanze ministeriali, insegnerà una volta per tutte che l’unico potere buono è quello trasparente. Capace di resistere anche alla prova telefono.