Opinioni

Il pallone infetto e il suo contrario. Demoni e angeli

Italo Cucci venerdì 29 maggio 2015
Per favore, non stracciatevi le vesti, non gridate «il calcio è morto» perché il Fbi americano ha scoperto e incastrato un manipolo di cialtroni accusandoli d’esser corrotti e corruttori. Fareste il gioco dei reprobi, di tutti coloro che vorrebbero frenare la nostra rabbia ricattandoci – e ci provano, e ci riescono, da almeno mezzo secolo – raccomandando di non buttar via il bambino insieme con l’acqua sporca.Anche i peggiori conoscono la realtà – il calcio gode di una sorta d’immortalità – e se n’approfittano: basterebbe snidarli e perseguirli, giorno dopo giorno, prestandoli al resto del mondo che forse li accoglierebbe a braccia aperte. Ma non tremate: l’acqua sporca è ormai un oceano. Eppure, i bambini hanno imparato a nuotare, ci guardano ma non ci imitano, si salvano sempre, perché il gioco del pallone l’hanno nel cuore, nella fantasia, e lì è pulito, appassionante; quando crescono e gli capita di diventare calciatori, anche campioni, di loro si dirà sempre che al fischio dell’arbitro scattano come guerrieri, ma di lì a poco diventano ragazzi che giocano. E più si divertono e più son bravi.Mettiamoci subito d’accordo: la Fifa è un Inferno, Blatter è un demonio. Fatta questa precisazione – valida soprattutto per gli addetti ai lavori – è evidente come il resto del mondo del calcio sia frequentato da angeli e gentiluomini (le gentildonne stanno solo nei ranghi minori). Ce lo raccontano gli imbonitori da oltre trent’anni, da quando, cioè, Herr Benjamin Joseph Blatter detto Sepp ha assunto prima la funzione di segretario eppoi quella di presidente della Fifa, carica che gli è stata rinnovata quattro volte: domani tenta il poker.Per chi non lo sapesse, alla Federazione Internazionale delle Federazioni sono iscritti 209 Paesi (addirittura 16 in più rispetto all’Onu) che garantiscono la detenzione del potere all’ex sergente della gendarmeria, oggi colonnello, domani forse generale, non in nome della comune passione per il gioco del pallone, ma perché Sepp è la reincarnazione di Creso: tocca le loro miserie – soprattutto morali – e le trasforma in oro zecchino. Questo san tutti, da sempre, e l’accettano, senza vergogna. Il mestiere l’ha imparato quand’era nel Comitato Olimpico, alta scuola. Prima di lui, in Fifa, Havelange governava lo stesso malcostume ma non produceva dollari, tant’è che un giorno di tanto tempo fa il presidente italiano del calcio europeo, Artemio Franchi, al termine di una disputa gli disse «guarda che i Mondiali li può tranquillamente organizzare l’Uefa, basta che invitiamo Argentina, Brasile e Uruguay». Havelange chinò il capo, ma si dette subito da fare arruolando asiatici e africani ai quali fece doni per averne il voto.Ecco l’eredità, ecco il potere ricevuto da Blatter; ora Platini protesta – come fece Franchi – ma nessuno l’ascolta. Anche perché la stessa Uefa è diventata un centro di potere che da tempo schiaffeggia i "poveri" italiani, ma non osa affrontare i Grandi Indebitati di Spagna e d’Inghilterra e tantomeno l’Emiro del Qatar che ha fatto le prove per il Mondiale del 2022 conquistando il Paris St. Germain (e la Francia). Oggi gli Stati Uniti fanno la voce grossa, scovano brigantelli sulle poltrone Fifa alle Cayman – guarda un po’ – in Costa Rica , in mezza America e anche in Svizzera, mostrando stupore e sdegno – angeli anche loro – perché prima non c’erano, e se c’erano dormivano; e adesso pare che dovremo sorbirci anche una guerra fredda new style fra Obama e Putin, come se non bastassero i danni che hanno fatto o lasciato fare al mondo intero, destabilizzandolo dall’Asia all’Africa, spingendo folle di disperati a cercare una vita nuova sulle nostre sponde.Qual è, spesso, la loro bandiera? Una maglietta da calcio. Fin dai giorni degli sbarchi albanesi eccoli, quei ragazzi senza patria, vestire i colori dei club più famosi, dalla Juve al City, dal Milan al Barcellona, dal Liverpool all’Inter e al Real Madrid.Sarebbe bello se l’Italia – proprio nel nome di quei migranti che come i nostri figli hanno nel sangue la passione per il pallone, e appena possono giocano anche nei loro miseri rifugi ritrovando un sorriso – si facesse in queste ore portatrice di un messaggio speciale a difesa dello sport più bello e contro tutti i cialtroni – anche di casa – che lo violentano tutti i giorni, gettando ombre anche su mille piccoli tornei giocosi: un messaggio contro il business imperante e il disagio morale che ha provocato, scommesse comprese, sotto l’egida della Fifa di Blatter, e spettatrice l’Uefa di Platini.