Il direttore risponde. D&G, la libertà di pensare e obiettare e la bestemmia laica della «morte civile»
Caro direttore,
gli stilisti Dolce e Gabbana hanno dichiarato di essere contrari alla fecondazione eterologa con l’utilizzo dell’utero in affitto per far avere figli alle coppie omosessuali. Bene, finalmente qualcuno che anche in campo omosessuale ha il coraggio di andare controcorrente. Peccato che Elton John, che l’utero in affitto e l’eterologa li ha sfruttati per avere figli, ha lanciato una campagna di boicottaggio contro i due stilisti perché ha ritenuto offensiva la realtà, cioè che queste tecniche creano i bambini “da catalogo” e in laboratorio. È giusto precisare, infatti, che il cantante e il suo compagno non hanno adottato nessuno, come invece dichiarato in molti servizi giornalistici in questi giorni. Se ognuno è libero di esprime la propria opinione e secondo i gruppi Lgbt perfino di “essere quello che vuole”, allora perché osteggiare così duramente e violentemente due gay che hanno detto semplicemente la loro opinione? Quella dei gruppi Lgbt è una campagna sostenuta da super-ricconi alla Elton John e Ricky Martin e da altri attori e star superpagate e da un pensiero che vuole imporsi come unico. Dovrebbero avere l’onestà di rivelare dove hanno fatto le fecondazioni eterologhe e in che modo… Dovrebbero dire come sono nati i bimbi che hanno voluto avere. Per quanto ci riguarda, visto che vogliamo essere liberi di dire la verità, sosteniamo anche la libertà di espressione di Dolce e Gabbana, il loro e nostro diritto di poter dire che i figli sono figli di una mamma e di un papà e non dei prodotti di laboratorio scelti al catalogo.
Luca Tanduo, Presidente e il direttivo del Movimentoper la vita Ambrosiano