Il direttore risponde. Da festa del papà a "della famiglia" Concetto bellissimo, da tener caro
Gentile direttore,
l’intento di questa lettera è quello di esprimere pubblicamente l’amarezza di alcuni genitori nel vedere non più riconosciuta la festa del papà e della mamma. Festa che da sempre, e nella maggior parte delle scuole, viene vissuta come piccolo momento da parte del bambino per ringraziare e promettere buoni propositi ai genitori tanto amati. La perplessità nasce dal fatto che nella nostra scuola (materna "Aquilone") questo momento così intimo tra genitori e figli venga sostituito da una nuova festa, "festa della famiglia"; non comprendiamo per quale motivo non sia possibile l’esistenza di entrambe le feste. La motivazione espressa dalle insegnanti è principalmente la difficoltà di spiegare ai bambini "meno fortunati" (che non hanno, per molteplici ragioni, i loro cari vicini) come vivere e affrontare questo giorno; ma, si è anche accennato a una commercializzazione della festa. Premettendo che nella nostra società per ragioni di interesse economico, tutto è diventato commerciale, pensiamo che debba essere nella volontà e nella capacità di ognuno di noi rendere ogni giorno e ogni festa speciale, con nuovi propositi e nuovi momenti di riflessione, al fine di non piegarsi ad una società che ci vuole sempre più appiattire. Anche perché, questa motivazione avrebbe un peso maggiore qualora non si festeggiasse nelle scuole la festa di halloween. Pur riconoscendo la difficoltà nell’esprimere a un bambino che non ha genitori, come vivere quel momento, pensiamo che proprio lì cominci la comunicazione "vera" tra scuola e famiglia, al fine di trovare insieme il modo migliore per far vivere al bambino quel giorno come un giorno speciale, proprio come per i bambini che hanno i genitori. Non dobbiamo essere noi a ricordare che nella nuova società, con la formazione di nuovi e diversi nuclei familiari, molto spesso il ruolo del genitore viene affidato ad altri componenti della famiglia (fratelli, zii, nonni..). Anche Papa Francesco nel suo discorso a Piazza S. Pietro, il 19 marzo, nell’augurare una buona festa a tutti i papà del mondo (al di là del proprio credo) ha ricordato che Giuseppe non è il "padre" di Gesù ma "fa da papà". Infine, non è tanto la nostalgia del nostro passato o la nostra insensibilità al problema che ci spinge a esprimere la nostra opinione, ma proprio perché il nostro ruolo di genitori ci impone di proteggere i nostri figli e i bambini, componente fondamentale della nostra società, crediamo che con il nascondere, ignorare o ritardare i problemi questi non vengano risolti. Ma al contrario solo riconoscendo, naturalmente, le difficoltà e chiamandole con il proprio nome, queste possono essere veramente superate rendendo la vita del bambino migliore. Riconoscendo la complessità del ruolo di insegnante, siamo fiduciosi, e consapevoli che oggi più che mai sia veramente difficile porsi in ogni circostanza dalla parte dei bambini senza escluderne alcuni.
Alessia e Francesca, Bergamo