Il direttore risponde. Da credenti di fronte all’imbarbarimento Ma c’è la verità della fraternità umana
Caro direttore,
rom e immigrati ovviamente «creano problemi»; ma è questo un motivo sufficiente per trattarli senza un briciolo di umanità, come traspare da non pochi slogan politici e da certi commenti sul web? Il fatto è che un sempre più esteso imbarbarimento della vita sociale e politica di questo nostro Paese – pur se iniziato da movimenti estremisti un tempo marginali – a questo punto coinvolge larghi strati della popolazione, cattolici compresi. E noi credenti non abbiamo nulla da dire al riguardo? Dobbiamo rassegnarci ad assistere inerti alla deriva che ci sta trascinando? Non sono forse valori cristiani anche la difesa degli ultimi e il rispetto della dignità di ogni uomo? Nella Chiesa di alcuni decenni fa, nell’ambito delle nostre comunità era diffusa una bella frase, che era stata lo slogan di un famoso Convegno Ecclesiale tenutosi a Palermo: «Ogni uomo è mio fratello». Anche questo lo consideriamo stupido “buonismo” da cui affrancarci? Ai nostri tempi, temo, si attaglia meglio la frase «Homo homini lupus».
Lucio CroceParto dalla sua citazione finale, gentile e caro amico. Perché mi spiace davvero molto per il lupo, animale pericoloso e nobile, che Thomas Hobbes è riuscito a inchiodare in un’icona di pura ferocia. In realtà il lupo non conosce soltanto la regola del più forte (e quella, derivata, di una salda gerarchia), ma vive anche e soprattutto le regole della solidarietà tra simili e quelle del rispetto e della cura dei cuccioli e dei membri anziani del branco. Ma tant’è. Ed è un fatto che, comunque la chiamiamo e ce la raffiguriamo, la belva disumana inquadrata in modo così suggestivo dal filosofo inglese si aggira da sempre sulla scena delle società umane. La storia degli uomini e delle donne porta, infatti, i segni della violenza e dell’ingiustizia che questa pulsione maligna e distruttrice riesce a provocare. Ma una volta per sempre ci è stata anche rivelata la verità della fraternità umana. Continuo a imparare, e il mio mestiere di cronista paradossalmente mi aiuta, che è per verità come questa che vale la pena vivere e lottare. E, da cristiano, cerco di non dimenticare che è su questo amore che, alla fine, tutti saremo giudicati. Il nostro rapporto con il mondo e con gli altri cambia radicalmente se siamo capaci di tenere a mente questo pensiero e se ci azzardiamo, con coraggio e fiducia, a fargli “governare” le nostre mani.