Il direttore risponde. Cultura di pace e gare a sinistra
su Avvenire del 23 gennaio in prima pagina compare la notizia della presa di posizione di Bersani contro l’acquisto degli F35, registrata come una 'virata a sinistra'. Mi pare un’interpretazione tendenziosa (in linea con la strategia comunicativa di dipingere il Pd come marcatamente di sinistra avviata da quando Monti è in campagna elettorale), in quanto essere contro gli F35 non è affatto una questione di pacifismo di estrema sinistra. Esiste tutta una tradizione cattolica molto attenta al taglio delle spese militari. E ci sono interessanti documenti magisteriali sul tema. Al di là delle idealità politiche, sociali e religiose, credo che molte persone di buonsenso, sarebbero contente di vedere dirottate ingenti risorse pubbliche dagli F35 alle politiche per il lavoro e magari per la famiglia. Dovremmo esserne contenti anche noi come credenti. La saluto cordialmente.
Alfredo Moratti, Breno (Bs)Se lei, caro signor Moratti, avrà avuto la pazienza e l’attenzione necessarie (e sono certo di entrambe) per seguire il dibattito suscitato dalla presa di posizione del segretario del Pd sugli F35, starà probabilmente già riconsiderando questa sua valutazione sulla lettura politica di un atto politico che abbiamo fatto. Non siamo noi ad aver guardato in modo tendenzioso all’annuncio a sorpresa del candidato premier Pierluigi Bersani, ma è stato lui a dare un preciso e legittimo segnale “di tendenza”. Tant’è che ha suscitato un vespaio di reazioni polemiche. A destra, al centro e a sinistra. E le più interessanti – lo dico da “vecchio” cronista e analista politico – sono proprio quelle delle forze più marcatamente di sinistra che hanno interpretato (ne abbiamo dato conto anche su Avvenire del 24 gennaio) la mossa di Bersani come una sorta di invasione di campo. Non mi sento, e non consiglierei a nessuno, mi permetto di dire neanche a lei, di tentare l’avventura di interpretare in chiave di «cultura ecclesiale della pace» le parole di un comizio preelettorale di un uomo di partito non credente ma a suo modo attento al mondo cattolico e alla sua cultura. Quanto, gentile lettore, alla sua parentesi sulla «strategia comunicativa» di Avvenire, lei è ovviamente libero di valutare come vuole ciò che scriviamo e la stima che io ho manifestato per Mario Monti, ma le scelte politicoprogrammatiche del Pd le ha compiute il segretario Bersani, non sono una opinione di Avvenire e l’alleanza strategica con la sinistra radicale di Sel l’ha fatta quello stesso partito, non ce la siamo certo inventata. Noi registriamo i fatti e, quando diventano manifeste, anche le intenzioni. Quanto all’idea di rinunciare in tutto o in parte alla produzione (pure con lavoro italiano) e all’acquisto degli aerei militari F35 per varare finalmente un fisco amico della famiglia, magari all’insegna di quel “fattore famiglia” caldeggiato da anni dal nostro mondo associativo, finora non ho sentito proposte. Sarei davvero curioso di ascoltarle e di valutarne, dati alla mano, la credibilità.