Il direttore risponde. Ancora una lettera che è grido e pianto: così si muore in «Terra dei fuochi»
Caro direttore,
come si fa a rimanere impassibili davanti al grido dei nostri fratelli? Ti invio, perché tanti altri italiani possano sapere, l’ultima lettera che mi è arrivata da un paese della "Terra dei fuochi", Marcianise, in provincia di Caserta. Chiedo scusa a te e ai lettori per il tempo e lo spazio che porto via al giornale. «Salve Padre Maurizio, sono ancora qui a raccontare il dramma che imperversa nella nostra terra. Oggi Marcianise piange la perdita di un’altra giovane madre, Lucia Marino, 48 anni. Lascia il marito e i suoi 2 figli piccoli. Era insegnante in una scuola elementare. Aveva un tumore al seno con metastasi al cervello. E sa quando ha scoperto di avere quella bestiaccia in corpo? Quando era incinta. Facendo delle ecografie e accertamenti per la gravidanza ha scoperto contemporaneamente il tumore al seno. Era felice di aspettare un bimbo, ma allo stesso tempo massacrata moralmente per il male che aveva. Il primo aprile è morto un altro signore a Recale, aveva 47 anni; la scorsa settimana un altro ancora, sempre a Marcianise: 48 anni; due settimane fa a Macerata Campania il figlio di un collega di mio padre che lavora nella Forestale è morto di leucemia a soli 16 anni. Nel giro di 20 giorni una catastrofe, una strage di esseri umani. Padre, non dobbiamo tacere, bisogna pur fare qualcosa, stanno morendo troppe persone e prima o poi sarà il turno di tutti. Possiamo mai andare avanti così? Che rabbia! Le chiedo una preghiera per queste povere vittime della "Terra dei fuochi" e che i parenti trovino la forza di andare avanti nonostante il dolore atroce. Tommaso». Dio benedica te e tutti di lettori. Grazie.