Il direttore risponde. Che cosa vuol dire andare in vacanza con quattro figli in questa Italia...
Caro direttore,
siamo ormai nel periodo delle vacanze estive e anche in questo frangente continuiamo a trovare conferma di quanto poco sia considerata la famiglia nella nostra Italia. Con uno o due figli trovi molte offerte e sconti convenienti sia negli alberghi, sia nei villaggi turistici, sia nelle crociere. Ma se i figli iniziano a diventare 3 o più – nel mio caso 4 – allora sei tagliato fuori da tutto o quasi. Non trovi offerte convenienti, non trovi camere d’albergo o bungalow abbastanza capienti, non trovi offerte nei villaggi turistici, nelle navi ecc. Tutto è studiato per mini famiglie con 1 o 2 figli. E allora la famiglia numerosa si arrangia come può per far prendere un po’ di sole ai bambini: si sceglie la bassa stagione ossia appena finiscono le scuole, si affitta un modesto appartamento in una modesta zona d’Italia, si carica la macchina di lenzuola, coperte, cuscini, asciugamani, generi alimentari, ombrellone, salvagente, secchielli e palette e si parte. Niente ristorante ovviamente e solo spiaggia libera. E il riposo dei genitori? La loro routine cambia poco: letti, colazione, spesa, spiaggia, pranzo, doccia, cena, riordino. In pratica niente riposo... anzi! Ovviamente ringrazio Dio per quello che ho e perché almeno quindici giorni di mare sono riuscito a concedermeli io e la mia famiglia. Altri non possono neppure questo. Però è sconsolante percepire che lo Stato italiano sia assente e che ti devi arrangiare e devi tagliare sempre su tutto e se provi a dire qualcosa, a lamentarti, la maggior parte delle persone comuni ti dice: «Hai voluto la bicicletta? Allora pedala», ossia: «Potevi non farli quattro figli…». Fortunatamente, poi, in vacanza trovi delle belle famiglie numerose come la tua che ti capiscono e con cui condividere queste cose, vedi i figli che si divertono un mondo non facendo molto caso se la casa non è di lusso (e a volte è… mezza diroccata) o se il posto non è da vip. E allora mi consolo un po’, sperando in tempi migliori, per tutti.
Giuseppe Spadaro, Milano