L’impegno dell’Onu. «Così combattiamo la criminalità che agisce sul Web»
Cyber. Questo è l’inevitabile prefisso che definisce il mondo in cui viviamo oggi. Dalla privacy individuale alle relazioni tra stati, la parola domina discussioni e prime pagine, tanto da rischiare di restare paralizzati di fronte alla grandezza dei problemi davanti a noi. Faremmo meglio a rammentare che malgrado le molte questioni in sospeso sul futuro della sicurezza e della governance informatica, la cooperazione internazionale è essenziale per affrontare le minacce crescenti della criminalità informatica. Sfruttamento virtuale e abuso di minori; mercato darknet, il criptomercato del web oscuro, per droghe illecite e armi da fuoco; trafficanti di esseri umani che usano i social media per attirare le vittime: la portata senza precedenti del crimine informatico serve soltanto ad amplificare le minacce, varcando confini, entrando nelle nostre case, scuole, aziende, ospedali e in altri servizi di importanza vitale. Il costo globale della criminalità informatica è stato stimato di recente a 600 miliardi di dollari. Il danno arrecato allo sviluppo sostenibile e alla sicurezza, alla parità di genere e alla tutela – donne e ragazze sono lese in modo sproporzionato dalla violenza sessuale virtuale – è enorme.
Garantire maggiore sicurezza agli utenti online è un compito improbo, e nessuna entità o governo ha la soluzione perfetta. Tuttavia c’è molto che possiamo e dobbiamo fare per rafforzare la prevenzione e migliorare le risposte alla criminalità informatica: sviluppare capacità, soprattutto in termini di attuazione della legge, per colmare lacune, specialmente nei paesi in via di sviluppo; intensificare cooperazione internazionale e dialogo – tra governi, Nazioni Unite, organizzazioni internazionali e regionali, Interpol e altri partner, tra cui imprese e società civile – che abbiano interesse a stroncare la criminalità informatica.
I crimini che dipendono dalla cibernetica, come proliferazione di malware, ransomware e hacking; i crimini che la cibernetica rende possibili, come il phishing che ruba dati finanziari dalla posta elettronica; lo sfruttamento sessuale e l’abuso online dei bambini hanno qualcosa in comune, oltre all’aspetto 'cyber': sono crimini. Perché le autorità di sicurezza e giudiziarie possano comprendere appieno tali crimini, hanno bisogno di strumenti di indagine per poter perseguire i criminali e tutelare le vittime, e in seguito processare e giudicare i casi.
Unodc, l’Ufficio Onu per il controllo della droga e la prevenzione del crimine, lavora in oltre cinquanta Paesi per fornire la formazione necessaria, perfezionare le capacità di indagine, rintracciare le criptovalute nell’ambito delle indagini finanziarie, servirsi dei software per trovare materiale sugli abusi online e perseguire i predatori. Il nostro impegno per potenziare le capacità in un paese, ha ad esempio portato all’arresto, processo e condanna di un pedofilo ad alto rischio che ha fatto oltre ottanta vittime. Abbiamo fornito formazione in collaborazione con l’International Centre for Missing & Exploited Children e Facebook. Questo è soltanto un esempio di come il potenziamento delle capacità, la collaborazione con Ong e settore privato possano portare all’incarcerazione dei criminali e alla tutela di bambini indifesi.
Lavorando con la Internet Watch Foundation, abbiamo lanciato dei portali – l’ultimo in ordine di tempo in Belize – per la segnalazione di abusi sessuali di minori, affinché i cittadini possano segnalare immagini di abusi e proteggere ragazze e ragazzi dallo sfruttamento online. Con soci quali Thorn e Pantallas Amigas, stiamo rafforzando la protezione online e istruendo genitori, assistenti e bambini sui cyber-rischi, attraverso la sensibilizzazione nelle scuole e nelle comunità locali. La prevenzione è la chiave.
Il programma di formazione di UNODC, rivolto soprattutto a Centro America, Medio Oriente e Nord Africa, Africa Orientale e Sud Est Asiatico, sta contribuendo a individuare prove digitali del traffico di stupefacenti online, a confrontare l’uso della Darknet per attività criminali e terroristiche, e a incrementare la raccolta dati per affrontare al meglio le minacce. Un elemento fondamentale per tutti i nostri sforzi è la cooperazione internazionale. Il nostro lavoro, che è interamente finanziato dai governi donatori, ha mostrato che nonostante le differenze politiche, i paesi possono e devono coalizzarsi per contrastare le minacce della criminalità informatica. Stiamo inoltre rafforzando la cooperazione internazionale tramite il Gruppo Intergovernativo di Esperti, che si incontra presso la sede centrale dell’Unodc a Vienna. Creato da una risoluzione dell’Assemblea Generale, il Gruppo di Esperti riunisce diplomatici, responsabili politici ed esperti di tutto il mondo per affrontare gli aspetti più urgenti della criminalità informatica.
Questi incontri dimostrano il desiderio e la volontà dei governi di perseguire una cooperazione pragmatica, che può solamente migliorare la prevenzione e promuovere la fiducia. I l passo successivo consisterà nel consolidare questi sforzi, tra l’altro mettendo risorse aggiuntive a disposizione dei paesi in via di sviluppo, che spesso annoverano la maggior parte dei nuovi utenti di internet e le difese più deboli contro la criminalità informatica. Le compagnie tecnologiche sono un alleato indispensabile nella lotta contro la criminalità informatica. Occorre accrescere l’impegno del settore pubblico-privato verso questioni di interesse comune, quali il miglioramento dell’educazione e il freno agli abusi online. Combattere la criminalità informatica può salvare vite, aumentare la prosperità e costruire la pace. Rafforzando le capacità di applicare le leggi e coinvolgendo le imprese nella ricerca di soluzioni, possiamo fare molta strada facendo di Internet una risorsa positiva.
Direttore esecutivo dell’Ufficio dell’Onu sulle droghe e il crimine