I Cinquestelle oltre il populismo/1. Consigli non richiesti per mettersi in movimento
Ho studiato intensamente le pratiche di En marche, la formazione politica portata al successo in Francia da Emmanuel Macron, e quelle del MoVimento 5 stelle, il soggetto politico oggi guidato da Luigi Di Maio, e mi permetto di suggerire a quest’ultimo di considerare alcune possibili correzioni. La prima parte dei seguenti confronti e 'consigli non richiesti' si riferisce ai modi che ho osservato nel partito dell’attuale Presidente francese, la seconda a quelli del partito dell’aspirante Premier italiano.
Chiedete agli elettori di votare con la testa e con il cuore. Non con la pancia, come ripete Beppe Grillo. Ci sono buoni e cattivi, ma non ci sono il 'buonismo' e il 'cattivismo'. E se anche ci fossero, Macron continuerebbe a vincere con il primo, e voi a perdere con il secondo. Mettete almeno metà donne sulla dozzina di poltrone di chi comanda il M5s. Parlate sempre alle 'cittadine e ai cittadini', invece che solo ai 'cittadini'. Dite che le vostre attiviste e candidate 'sono in gamba', non che 'hanno le palle'. Lasciate le parti e le funzioni del corpo che nominate più spesso al loro posto. Nelle mutande, non nella politica.
Impegnatevi per avere più voti di donne che di uomini (come è il caso di tutti i partiti progressisti in Europa), invece che più voti di uomini che di donne, come è il caso vostro e di tutti i partiti di estrema destra in Europa. Il genere di chi ha fatto tutti i bambini e il genere di chi ha fatto tutte le guerre non votano nello stesso modo. Presentate metà candidati con esperienza politica, e metà senza.
Avrete così il consenso di chi crede che governare un Paese non sia cosa da dilettanti, e quello di chi crede che solo i novizi non siano disonesti. Rispettate gli esperti e convincete i migliori di loro a entrare nei vostri ranghi, invece di ripetere nelle piazze, e persino all’Università di Harvard, che 'gli esperti hanno rovinato questo paese'. Gli esperti che dovranno governare se vincerete siano cresciuti nei vostri ranghi, invece che scelti con un casting poco prima di 'andare in onda'. Il governo e il Grande Fratello non funzionano nello stesso modo. Comportatevi in modo da attirare i migliori esperti senza che temano di svergognarsi o di essere congedati appena pensano con la loro testa. Educate in corsi di formazione politica e trasformate in esperti i vostri candidati e candidate, senza che temano di 'rovinare questo Paese'. Tornate fedeli ai princìpi con cui avete cominciato, invece di predicare ora la crescita economica esponenziale e di costruire nuovi stadi di calcio e promettere Olimpiadi. Tornate a onorare l’onestà, la verità, e 'uno vale uno', invece di salutare come statista e paladino del popolo un miliardario bugiardo e disonesto, che ha preso il potere negli Usa con almeno due milioni di voti in meno della concorrenza. Il vostro campione carismatico sia incensurato, invece che pregiudicato. Parli lentamente e autorevolmente, invece di urlare ed esasperare.
Valorizzate e vantate i vostri eletti migliori, invece di umiliarli, espellerli o ignorarli. Il sindaco di Parma Federico Pizzarotti (in Italia uno dei sindaci più apprezzati) è stato ignorato, emarginato, e denigrato dai capi del M5s. Parlate solo dei successi passati, non di quelli futuri. Appena prima di perdere dal 20% al 40% nel 2014 alle elezioni europee, il vostro slogan fu #vinciamonoi. E anche prima del 4 marzo vi dicevate certi di superare il 40% dei voti validi.
Fatevi accompagnare da consiglieri di statisti (per esempio, per Macron, del livello di Jacques Attali, ispiratore e braccio destro di Mitterand), invece che da tecnici informatici di cultura modesta e senza esperienza politica. Cercate le sinergie possibili tra gli attivisti e gli elettori più innovatori di centrodestra e di centrosinistra, invece di quelle impossibili tra estremisti di destra, di sinistra e di centro. Dosate queste componenti tenendo conto che in Italia, da un secolo, il tasso di delinquenza e asocialità della destra e della borghesia è molto più alto che in Francia.
Siate coerenti con le vostre scelte. Se al Parlamento europeo avete la massima concordanza di voto con i partiti di sinistra e verdi (70%), non sedete nei banchi (che furono della Lega Nord) dei partiti europei di destra radicale (Ukip e altri), con i quali votate solo nel 20% dei casi. Fate in modo che attivisti, elettori e i maggiori dirigenti del partito siano distribuiti in tutto il Paese, invece di concentrare tutto il potere reale al Nord nelle mani di manager non eletti, e il potere apparente al Sud nelle mani di un direttorio di quattro eletti di Napoli e uno di Roma.
Parlate principalmente di ciò che volete fare bene voi, invece di parlare principalmente di ciò che fanno male gli altri. Evitate di parlare della concorrenza. Ma se dovete proprio farlo, spiegate perché ritenete sbagliati i suoi programmi e atti politici, invece di insultare le persone. Se proprio volete parlare delle persone in concorrenza con voi, fatelo con rispetto. Sono avversari, non nemici. Chi ha un’idea politica diversa dalla vostra non è necessariamente un malfattore e un 'pidiota'.
Se proprio non potete fare a meno di parlare dei concorrenti, non storpiate sistematicamente il loro nome (come quando chiamate Renzi 'ebetino', 'ebolino', 'bomba'). Insultare e deridere i 'nemici' non è il modo migliore di guadagnare la simpatia dei 39 milioni di persone che li votano. Rendetevi conto che tutti quelli che la pensano diversamente da voi non sono 'loro'. 'Loro' non esiste. Se non per i soldati in un conflitto armato. Firmate con nome e cognome tutto quello che pubblicate, invece di nascondervi nell’anonimato. Tendete una mano ai politici concorrenti che hanno posizioni più vicine alle vostre, invece di concentrare tante vostre energie a deridere e insultare quelli che più facilmente potrebbero essere i vostri alleati.
Cercate di indebolire gli altri partiti dando riconoscimento a persone e programmi più vicini ai vostri, ma controversi nei loro partiti. In 13 mesi di confronto rispettoso, Macron è riuscito a minare fortemente i partiti concorrenti. In 13 anni i vostri insulti da hooligan hanno rafforzato gli altri partiti. Cercate di convincere gli elettori a mandare i partiti e i politici concorrenti all’opposizione. Sono le dittature che minacciano di mandarli 'a casa'. E spesso lo fanno. Finanziate la vostra presenza online con i contributi dei sostenitori (come fa Wikipedia), invece che con la pubblicità di quei poteri economici che vorreste combattere. Chi paga comanda. Diventate un partito di centinaia di migliaia di persone in carne ed ossa, invece che un partito riservato agli 'user' di internet (che in Italia sono solo la metà degli elettori). Date la giusta importanza ai tecnici di computer e di Internet. Ma lasciate fare le bottiglie ai vetrai e il vino ai vinai.
Docente di politiche della sostenibilità al Politecnico federale di Zurigo, già collaboratore di Beppe Grillo