Da San Severo a Milano. Vincere le mafie con gli anticorpi della comunità
Cambiare è possibile, anche in dure terre di mafia, partendo dalla comunità, dal “noi”. È una calda serata quella del 18 giugno 2002. Stella Costa, 12 anni, scende in strada a San Severo per buttare la spazzatura. È con la mamma Anna. Si sta proprio bene per strada e così si fermano per salutare alcuni amici. Ma scoppia l’inferno. Raffiche di proiettili. Colpiscono anche la bambina, che muore davanti alla mamma, vittima innocente della mafia. A sparare è infatti il mafioso Giuseppe Anastasio, detto “U Iatton”, solo 18 anni, ma già con un curriculum criminale di spessore.
Da piccolo boss spara a un “rivale in amore”, che scampa alla morte, mentre a terra rimane la piccola Stella. Una storia di violenza e di sangue come tante che hanno percorso la città foggiana. Lo stesso Anastasio viene ucciso 15 anni dopo. Ma la violenza non si ferma. La sera del 12 luglio 2021, durante i festeggiamenti per la vittoria dell’Italia agli Europei di calcio, i killer uccidono il fratello Matteo. Nella sparatoria rimane gravemente ferito il nipotino di 6 anni che era con lui su uno scooter. È il figlio di Giuseppe. La violenza mafiosa non si ferma davanti ai piccoli. È un periodo molto duro per San Severo quello tra il 2021 e il 2022. Omicidi e bombe. Nel gennaio 2022 in pochi giorni gli attentati devastano quattro esercizi commerciali. È il racket, ma anche la guerra tra clan per la supremazia. C’è sgomento, preoccupazione.
La gravità della situazione è confermata dall’arrivo del ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese. E la città, la maggioranza buona, reagisce. Passa poco più di un anno e 17 marzo nasce il Presidio di Libera di San Severo, dedicato proprio alla piccola Stella Costa. L’auditorium della scuola Padre Pio è strapieno: tantissimi giovani, ma anche adulti.
Ci sono i rappresentanti della Prefettura, delle Forze dell’ordine, il sindaco Francesco Miglio, da tre anni sotto scorta dopo le minacce di un boss, il procuratore di Foggia, Ludovico Vaccaro, non meno tutelato. C’è l’imprenditore antiracket Lazzaro D’Auria, anche lui scortato dopo vari attentati. E ci sono soprattutto mamma Anna e papà Francesco, i genitori della piccola Stella. Non avevano mai partecipato a iniziative pubbliche, ma stavolta ci sono.
Accolti da un interminabile applauso, tutti in piedi. Tanti applausi anche per Vincenzo e Alberto Luciani, fratelli di Luigi e Aurelio, agricoltori uccisi il 9 agosto 2017 a San Marco in Lamis perché ritenuti testimoni dell’omicidio del boss garganico Mario Luciano Romito, commesso poco prima. Un delitto che, finalmente, accese le luci sulle mafie foggiane. Altre due vittime innocenti, come le oltre 1.100 che saranno ricordate oggi a Milano, nella Giornata della memoria e dell’impegno promossa da 28 anni da Libera, mentre contemporaneamente a Casal di Principe il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, renderà omaggio a don Peppe Diana, il parroco ucciso dalla camorra il 19 marzo 1994, e all’impegno di tanti nel resistere alla violenza mafiosa e nel far rinascere la propria terra. “È possibile” farlo, come recita il titolo della Giornata.
Anche a San Severo. «Quello che facciamo oggi è un gesto d’amore verso la nostra comunità – dice Luigi, capo scout –. In questo territorio siamo stati educati ad aver paura. Ma noi abbiamo deciso di vivere qui, non siamo scappati». Davvero da questa giornata e da questa storia sale un messaggio di vita, di amore. «Dobbiamo essere orgogliosi di quello che abbiamo fatto – è l’accorato appello del sindaco –. Il tessuto della nostra città è un tessuto sano.
Abbiamo il dovere di amarla e difenderla ». Ne sono profondamente convinti i primi aderenti al Presidio, 25 singoli e 11 associazioni. Ci sono la Caritas e l’Azione cattolica diocesane, i gruppi scout Agesci San Severo 3 e 4, le scuole “A.Fraccacreta” e “Rispoli-Tondi”, le associazioni Epicentro Giovanile, Made In San Severo-La Ricetta della Legalità, Il Baobab, Officina Salesiana, la cooperativa Agape. Ci piace ricordarle perché ci mettono la faccia, oltre che il cuore, sono quel “noi” unico vero e vincente antidoto contro le mafie. Ne è convinto il procuratore Vaccaro, orgogliosamente foggiano.
«Noi da soli non possiamo sconfiggere la mafia. Possiamo creare le condizioni, ma poi tocca alla comunità creare gli anticorpi. Deve isolare i mafiosi, respingerli socialmente. La vera protezione siete voi e con voi mi sento sicuro». L’ovazione che segue queste parole è la migliore risposta. Perché, come sottolinea a nome di Libera, Federica Bianchi, «in questa terra martoriata ci sono tante realtà belle, positive, che si impegnano in un cammino di libertà dalla violenza mafiosa».
Un cammino illuminato dalla luce della piccola Stella. « Le stelle brillano per sempre e anche Stella brilla – è l’ultimo intenso pensiero del procuratore –. Ma dobbiamo conservare la memoria e anche la vergogna per quello che è accaduto. Perché non accada più». Lo chiedono, lo testimoniano, gli oltre 1.100 nomi che oggi saranno letti a Milano e in tante altre località d’Italia. Chiedono di rispondere con fatti e gesti concreti. Memoria e impegno. Buon cammino San Severo, buon cammino Italia libera dalle mafie.