L’ingegner Jean-Claude Trichet ha appreso cosa sono
l’esprit de géometrie e
l’esprit de finesse quando frequentava un prestigioso
lycée dell’Esagono (così i francesi chiamano la loro patria). Ha avuto modo di approfondire il tema all’Ecole des Mines, dove si è laureato a pieni voti in ingegneria mineraria, e, soprattutto, nella lunga e prestigiosa carriera di fonctionnaire, leale servitore dello Stato e di tutti i governi (quale che fosse il colore) che di volta in volta venivano espressi dal potere politico d’Oltralpe.
L’esprit de géometrie si basa sulle simmetrie.
L’esprit de finesse nel fare eccezioni o deroghe a dette simmetrie, anche e soprattutto per inviare delicati, ma pungenti, segnali. Di questo tipo sono quelli inviati all’Italia negli ultimi giorni, prima non intervenendo in soccorso dei suoi titoli di Stato - un modo eloquente per fare comprendere che il programma appena varato a Roma non è considerato adeguato a Francoforte - poi, un paio di giorni più tardi, aggiungendo che la Bce sarebbe pronta ad intervenire ove venissero affrontare le riforme strutturali – previdenza (in particolare pensioni di anzianità), mercato del lavoro, controlli sulla spesa degli enti locali, privatizzazioni e liberalizzazione – su cui i bollettini dell’Eurotower insistono da anni. In breve, l’Italia in generale, ed il ministro dell’Economia e delle Finanze in particolare, sono stati messi sotto tutela. Uno strumento che l’ingegner Trichet conosce bene, data l’ampia esperienza in fatto di "protettorati" della Francia, ma che – come ha rilevato Mario Monti – rappresenta una
diminutio economica e politica dell’Italia ed anche del contributo che Roma può dare al necessario riassetto europeo.Nonostante le abili campagne dei media, l’ingegner Trichet non ha mai amato il professor Tremonti, se non altro perché certi ingegneri (specialmente se intrisi di
esprit de géometrie e di
esprit de finesse) non hanno mai avuto grande simpatia per i tributaristi. Inoltre, l’ingegner Trichet sa essere spigoloso tanto quanto il professor Tremonti, caratteristica che non avvicina di certo personalità di questo calibro. Dopo le ultime dichiarazioni del presidente in carica della Bce, differenze e divergenze sono ormai chiare e tonde. E pesano.Ma cambierà lo stile dell’Eurotower quando vi arriverà il professor Draghi? Il futuro presidente della Banca centrale europea (Bce) non è un ingegnere ma un economista, allievo di Federico Caffè e professore ordinario (in seguito a concorso nazionale) d’economia internazionale all’ateneo di Firenze. È molto riservato e geloso della propria privacy, le foto della moglie e dei figli non sono mai apparse su alcun giornale (mentre l’ingegner Trichet adora sfoggiare l’immagine della propria consorte). A differenza dell’ingegnere , il professore non ha avuto una carriera tracciata sin dal giorno in cui ha lasciato la scuola. Eppure, da docente a Firenze, già collaborava a Roma con i ministri del Tesoro (note all’epoca le sue discussioni animatissime al telefono con gli interlocutori della Banca d’Italia). Ha, poi, rappresentato l’Italia (e un gruppo di altri Stati) nel Cda della Banca Mondiale per sei anni. Rientrato in Italia, ha collaborato proprio con Bankitalia prima di diventare direttore generale del Tesoro, passare alcuni anni in una delle maggiori banche d’investimento private internazionali e assurgere, infine, al seggio più alto di Palazzo Koch.Lo stile sarà indubbiamente differente da quello dell’ingegner Trichet. In primo luogo, Draghi ha quelle solide basi di economia che mancano all’ingegnere (formato in economia matematica ma con una visione meno ampia di temi e problemi socio-economici). In secondo luogo, la sua nota, anzi notoria, riservatezza lo indurrà a dosare con saggezza i propri interventi. In terzo luogo, i sei anni passati in Banca Mondiale hanno coinciso con quelli della prima grande crisi debitoria (quella iniziata in America Latina) e , quindi, con la necessità dell’istituto di re-inventarsi e di ampliare l’orizzonte dal finanziamento di singoli progetti d’investimento a quello di programmi di riassetto strutturale di intere economie, anni in cui la Banca Mondiale ha anche cercato di coniugare stabilizzazione finanziaria, da un lato, con equità e rete di protezione sociale per i più deboli, dall’altro. In quarto luogo, Draghi è stato uno dei protagonisti dell’ingresso dell’Italia nell’unione monetaria europea e ha vissuto sulla propria pelle la crisi dell’agosto-settembre 1992.Quindi, vedrà con lenti differenti da quelle dell’ingegner Trichet la funzione della Bce (e del nascente sistema di aiuto agli Stati maggiormente in difficoltà) anche se, proprio perché italiano, non potrà fare sconti all’Italia e a coloro che siederanno, pro-tempore, nelle stanze del governo di Roma.