Il direttore risponde. «Ci serve un re». Proprio no
Gentile direttore,
si parla da tanto di riforme istituzionali. Ora si vorrebbe introdurre la Repubblica presidenziale o semi presidenziale. Ma già si dice che occorrerà aumentare i contropoteri di garanzia, come quello della Corte Costituzionale.
Io ritengo che la Repubblica sia un guaio per l’Italia e quella presidenziale sarebbe la rovina. Con la faziosità che molti connazionali hanno, che caos avremmo con un presidente eletto col 51% dei voti? E se fosse il mitico/famigerato Berlusconi, s’immagina lei le piazze italiane? Arriveremmo ai disordini della Turchia di oggi, una prospettiva che non mi pare possibile. Ritengo che occorra quindi seriamente riprendere in considerazione l’idea di una Monarchia con un primo ministro forte, all’inglese. Il primo ministro assicurerebbe la governabilità, il re la certezza dei diritti per tutti i movimenti politici, l’estraneità dell’amministrazione dello Stato (magistratura, Forze armate, burocrazia) dalle contese partitiche. Non la panacea d’ogni male, ma una maggiore garanzia per i cittadini, liberati dallo strapotere dei partiti. Che ne pensa?
Carlo Cetteo Cipriani