Verso il Giubileo del 2025: i nodi civici. Ciò che Roma deve a se stessa
Non ci sarà il termovalorizzatore a Roma, per gran parte del prossimo Giubileo. Salvo sorprese o impedimenti, sempre possibili, il sindaco Roberto Gualtieri spera di girare l’ideale chiave di accensione dell’impianto «negli ultimi mesi del 2025». Quando il Giubileo, cioè, starà per concludersi. Per presentarsi in maniera almeno decorosa al grande appuntamento spirituale – che è anche un evento organizzativo e mediatico a livello mondiale – la Capitale dovrà perciò trovare, nei due anni e mezzo scarsi che mancano, il modo di darsi (finalmente) un sistema di pulizia delle strade che funzioni. Ma dovrà migliorare anche molte altre cose, dai trasporti cittadini alle condizioni delle strade, dal decoro urbano (che non è soltanto pulizia) alla manutenzione di ville, parchi e giardini pubblici.
Lo strumento normativo è stato messo a disposizione dal governo nei giorni scorsi. Si tratta del decreto predisposto dal ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili Enrico Giovannini contenente «semplificazioni e velocizzazione dell’iter autorizzativo per le opere infrastrutturali e di mobilità legate al Giubileo della Chiesa Cattolica del 2025 e per l’adeguamento delle strade e dei servizi all’accoglienza di pellegrini e turisti». Grazie a quel decreto, ha annunciato Gualtieri, commissario straordinario per il Giubileo, Roma «si farà trovare pronta».
È la speranza di tutti. Ma, allo stesso tempo, farsi trovare pronta è anche un dovere per Roma, cuore mondiale della cristianità. Come ha sottolineato il segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, l’Anno Santo è una bella opportunità per la città. Un’opportunità che va colta pienamente.
Al Giubileo del 2000, quello della memorabile Giornata Mondiale della Gioventù a Tor Vergata, la città – allora governata da Francesco Rutelli – si presentò «tutta pulita e lucida», come quella cantata da Mia Martini in 'La nevicata del ’56', al netto di qualche cantiere un po’ in ritardo. Erano altri tempi, certo. Era ancora aperta la maxidiscarica di Malagrotta, la più grande d’Europa, che ingoiava senza alcun trattamento l’enorme quantità di monnezza prodotta ogni giorno dall’Urbe. La chiuse il sindaco Ignazio Marino nel 2013, per validissime ragioni di tutela dell’ambiente e della salute pubblica, ma da allora nessuna alternativa è stata realizzata e la situazione è precipitata.
Da anni Roma paga per portare altrove i suoi rifiuti, restando comunque sporca e maleodorante. In questa estate rovente, poi, ad appestare l’aria si aggiungono le fiamme e i fumi degli incendi, mai così numerosi in città, complici il gran secco, l’incuria e forse la mano criminale di qualche piromane.
Nel 2000, l’Agenzia Romana per la preparazione del Giubileo ha calcolato in 24,5 milioni gli arrivi, tra pellegrini e turisti. Secondo il Censis furono addirittura 32 milioni. In più di 21 milioni, invece, vennero a Roma durante il Giubileo straordinario della Misericordia del 2015, in dosi però più 'diluite' e con un numero limitato di grandi concentrazioni, grazie alla scelta di papa Francesco di 'diffondere' l’Anno Santo in tutto il mondo. Una scelta che con la consueta, millenaria ironia, molti romani salutarono come un gesto di amore del Pontefice verso la città di cui è vescovo. In quel momento, infatti, Roma era fresca reduce da un vero e proprio terremoto politico: il sindaco Marino era stato sfiduciato dal suo stesso partito, il Pd, e il Comune era amministrato dal commissario prefettizio Francesco Paolo Tronca.
Tuttavia la città resse e il Giubileo straordinario può essere definito un successo, seppure in una Roma più in difficoltà rispetto a 15 anni prima. Ma è difficile negare che in questi ultimi anni le condizioni della città sono andate ancora peggiorando, anche a causa delle tante 'non decisioni' dell’amministrazione Raggi, costantemente alle prese con l’avvicendamento di assessori e manager delle partecipate. Gualtieri e la sua Giunta, subentrati da meno di nove mesi, hanno appena varato dei piani per la raccolta dei rifiuti e per il rifacimento delle strade. Ma per affrontare bene il Giubileo del 2025 servirà molto di più.
Prima del termovalorizzatore, Roma avrebbe bisogno di un valorizzatore: non una persona sola, perché nessuno si salva da solo, ma un 'romano collettivo' formato da cittadini, amministrazione, imprenditori, commercianti, Terzo settore, che, assieme alla Chiesa, sappia (ri)tirare fuori quanto di buono, oltre che di bello, la Città Eterna – ne siamo certi – è ancora in grado di offrire.