Il direttore risponde. «Chi sono quelli lì? Sono cristiani» L'importanza di farsi ascoltare e capire
Caro direttore,
3.500 metri di altezza, un panorama mozzafiato sulle cime della Marmolada, ma lo spettacolo più grande Dio doveva ancora regalarcelo. Io e altri due amici preti eravamo nel rifugio a prendere un caffè, usciamo e troviamo i nostri cento ragazzi delle medie, radunati dai più grandi, che si sono messi a cantare quei canti alpini che solo qualche anno fa dicevamo: «Con la musica che ascoltano non li impareranno mai». Subito, guardando gli altri due, dico: «Che bello!». Ma il bello doveva ancora venire. A fianco del rifugio si fermano due donne giapponesi. Abbassano lo sguardo e ci fissano per qualche istante. Poi una si rivolge all’altra e in inglese le chiede: «Ma chi sono?», e subito arriva la risposta dell’amica: «Sono cristiani». La cosa più sorprendente è che l’ha intuito senza alcun dubbio non perché stessimo celebrando la Messa, non perché stessimo cantando canti religiosi, ma dal fatto di vederci uniti a fare la stessa cosa. Dio ci ha spiazzato così. Dentro tutta la confusione del mondo resterà solo l’unità tra noi, quella che nasce dall’avere il medesimo pensiero, quello di Cristo.