Chi non ascolta, fa e dice a sproposito Vale sempre, in politica di più
Gentile direttore,
da ormai molti anni mi rifiuto di ascoltare il solito discorso quirinalizio di fine anno che sparge ottimismo in quantità industriale, almeno credo, ma che evita temi scottanti, almeno credo. Ad esempio il debito pubblico che il 'caro' Gentiloni ha naturalmente azzerato, la povertà che il 'caro' Gentiloni ha naturalmente ridotto, l’esodo dei nostri giovani laureati che il 'caro' Gentiloni ha naturalmente trovato a tutti loro un lavoro in patria, ed infine gli aumenti di luce gas autostrade che il 'carissimo' Gentiloni compenserà naturalmente con una forte riduzione delle tasse, mance comprese. Evviva l’anno nuovo 'caro' Presidente, perché i nostri guai sono rimasti nell’anno vecchio... naturalmente! Cordialmente
Uno dei grandi guai del nostro tempo è il non-ascolto. E chi non ascolta, gentile signor Bernasconi, rischia gravemente di fare o di commentare a sproposito. Vale anche (e soprattutto) in politica, sia dalla parte degli eletti sia da quella degli elettori.Vale anche nel caso suo non-ascolto, che è certo figlio di sfiducia e non di arroganza. Le consiglio un piccolo grande sforzo: legga il messaggio che il presidente Mattarella ha rivolto agli italiani e si renda conto di ciò che ha detto e di come lo ha detto. Si possono avere ed esprimere – come fa lei, in questa lettera – differenti opinioni politiche e diverse valutazioni sull’efficacia di una data azione di governo eppure apprezzare allo stesso modo, e con lo stesso rispetto, lo stile del massimo rappresentante delle nostre democratiche Istituzioni e i risultati, i problemi e gli obiettivi che con saggia misura ha indicato a tutti, nessuno escluso. Questo stile che è sostanza in Sergio Mattarella c’è, eccome. Una bella garanzia nei tempi complicati che viviamo e in questa nuova stagione politica.