Opinioni

Chi ha scelto i Governi e come si ha ruolo in Europa

Marco Tarquinio sabato 24 novembre 2018

Gentile direttore,
da quando gli italiani hanno “scelto” un Governo diverso dagli ultimi “imposti”, l’Italia non ha più rappresentanti e alti funzionari che la rappresentino e la difendano nella Ue. Questi, essendo stati nominati dai partiti precedentemente al governo, fanno la loro politica e i loro interessi. È un vecchio comportamento rappresentato anche da famosi “adagio”, uno dei quali fa riferimento a seni e serpi. La speranza è che il tutto torni alla normalità con le prossime elezioni europee (per fortuna non lontane).

Camillo Ronchetti Milano

Non è vero, gentile signor Ronchetti, che questo sia un Governo più «scelto» e meno «imposto» di altri. Tutti i governi degli ultimi anni, dalle ultime settimane del 2011 a oggi, sono stati imposti dalla circostanze (l’insufficienza originaria o sopravvenuta di una qualche maggioranza coerente, e dunque la costruzione di coalizioni) e sono stati scelti dal Parlamento, attraverso il quale si esercita la sovranità popolare nella nostra democrazia rappresentativa. È il Parlamento, infatti, che al Governo guidato dal trio Conte-Di Maio-Salvini, come a quelli che lo hanno preceduto (guidati, nell’ordine, da Monti, Letta, Renzi e Gentiloni), ha dato secondo Costituzione la necessaria fiducia. Quanto a chi difende l’Italia in Europa, credo che l’Italia non abbia bisogno di teste di ponte o di legno a Bruxelles. L’Italia è l’Europa, l’ha fondata e ha contribuito a farne le regole. L’Italia ha ruolo e voce e deve esercitarlo con responsabilità, verso i propri cittadini e verso i partner. Credo che sarà questo a portare stasera nella sede della Commissione europea il premier Giuseppe Conte e il ministro dell’Economia Giovanni Tria, per un faccia a faccia con il presidente Jean-Claude Juncker, che possiamo solo augurarci utile. Si è forti e autorevoli se solidi e credibili, non se rissosi. E come si è capito dalle parole di austriaci e ungheresi, quale che sia nel 2019 l’esito delle urne per il Parlamento di Strasburgo, nessun altro nazional-sovranista sosterrà un’Italia schierata sotto le bandiere del «me ne frego». Serve meno rigore eccessivo, come scriviamo da tempo, ma non meno serietà.