Il direttore risponde. Che cosa non fa crescere l’Europa (dibattiti vuoti ed enormi tragedie)
Gentile direttore,
ho letto integralmente quanto “Avvenire” ha scritto sul tragico destino dell’aereo di linea malese sui cieli d’Ucraina con a bordo 298 persone, di cui 80 bambini e ben 100 scienziati che erano diretti a Melbourne per la conferenza mondiale sull’Aids. Sia importanti leader politici, come il presidente degli Stati Uniti Obama, che esperti concordano sul fatto che la responsabilità ricada unicamente sui ribelli filorussi (accusati di aver cercato di alterare la scena dello schianto dell’aereo). A mio avviso, per le modalità e il contesto in cui è avvenuta, tale tragedia può essere annoverata tra le più gravi ed inquietanti dalla fine del secondo conflitto mondiale. Tutte le tragedie sono abominevoli, comprese le attuali in Terra Santa, ma l’aver decretato la morte, senza possibilità di scampo di un sì gran numero di vittime innocenti – in un tg nazionale lo stesso ex ambasciatore italiano a Mosca, in un suo commento, ha sottolineato che un conto è prendere di mira un velivolo militare il cui pilota ha la possibilità di salvarsi col paracadute e un altro colpire un bersaglio i cui passeggeri non hanno alcuno scampo. Intanto, l’Europa discute su chi saranno i futuri membri del suo governo e non si trova concorde neanche su questo: Alto rappresentante Ue docet. Forse tutto questo è anche conseguenza del fatto che l’Europa non si sia data la sua vera identità come invitava a fare a suo tempo lo stesso venerato e compianto papa san Giovanni Paolo II, a non tagliare le radici dalle quali si è nati e inserendo nel preambolo della Costituzione europea le proprie origini giudaico-cristiane. Forse ora non saremmo a questi punto.
Clemente Carbonini, Tirano (So)