Certificazione verde e giusti interessi dei "fragili": serve efficace chiarezza
Gentile direttore,
vorrei rivolgermi al presidente del Consiglio Draghi, perché da indiscrezioni di stampa ho appreso per me preoccupanti novità in arrivo sul versante del cosiddetto “Green pass”. Sono una insegnante precaria, invalida civile in quanto sofferente di sclerosi multipla. Lo scorso anno ho contratto il Covid: ne sono uscita a dicembre, dopo 47 giorni di ricovero presso l’ospedale “Spallanzani” di Roma, grazie alla terapia monoclonale concessa in via compassionevole da un’azienda statunitense. Quella terapia, che mi ha salvato la vita, potrebbe essere ora causa di qualche problema: i miei anticorpi risultano ancora altissimi, pertanto mi si sconsiglia vivamente (con tanto di certificato medico) di procedere al momento alla vaccinazione contro il Covid. Risultato: non posso ottenere la “certificazione verde” che mi consentirebbe – stando sempre alle indiscrezioni – di tornare a scuola. Fra pochissimi giorni dovrei presentare la domanda e sono in forte apprensione. Vorrei dire al premier Draghi che capisco bene che chi governa e fa le leggi non possa pensare ai casi singoli; credo, però, di non trovarmi da sola nell’assurda condizione di volermi vaccinare, e di non poterlo fare. Spero che questo mio umile grido d’allarme sia ascoltato e compreso. Mi auguro fortemente che questo nuovo corso politico, che tanto mi entusiasma, metta al centro anche gli interessi (legittimi, ovviamente) dei soggetti più fragili.
Claudia DisiNon so, gentile signora Disi, a quali “indiscrezioni” di stampa lei si riferisca, certo non a nostri articoli. A quanto risulta, e che noi di “Avvenire” abbiamo pubblicato su carta e online, la Certificazione verde, ormai nota col più breve nome inglese di Green pass, deve essere rilasciata anche alle persone che hanno contratto il Covid, con validità di sei mesi a partire dalla data dell’avvenuta guarigione e salvo verifica della quantità di anticorpi. Dunque, nessuna esclusione, sulla carta. Nella realtà le cose sono più complicate perché per guariti dal Covid come per vaccinati in casa della prima ora il rilascio della Certificazione verde avviene con procedure farraginose e spesso non avviene. Mi aveva scritto in proposito l’economista e nostro collaboratore Giuseppe Pennisi. Quel caso mi risulta risolto, ma le lentezze e imprecisioni restano. Chiediamo e contiamo che Governo e amministrazioni regionali operino per superarle presto e definitivamente. Le consiglio, infine, di ricorrere sempre a fonti informative di qualità, le cose purtroppo sono già abbastanza complicate, ma “indiscrezioni” su infondate e inconcepibili esclusioni possono solo peggiorarle. Auguri affettuosi per la sua battaglia con la sclerosi multipla e per l’anno scolastico che verrà.