Opinioni

Contestati pure gli show sul ghiaccio. Carolina Kostner sotto le lame

Massimiliano Castellani sabato 15 agosto 2015
Nel “Palazzo” dello sport ci deve essere qualche giudice o censore che, con una punta di sarcasmo (per non dire cattiveria), comincia ad accanirsi pesantemente nei confronti di Carolina Kostner. Ora Carolina è diventata una “trasgressiva” solo perché fa il suo mestiere: pattina sul ghiaccio nello spettacolo On ice. È recidiva: lo ha fatto già due volte, a Corvara, poi a Pinzolo e ora minaccia di scollinare per Ferragosto: questa sera l’attendono ad Asiago.  La ragazza, come tutti sanno, per il Coni ha il divieto di gareggiare per sedici mesi, causa «omessa denuncia e complicità » con il suo ex fidanzato, il marciatore (oro olimpico a Pechino 2008) Alex Schwazer, a sua volta squalificato per doping alla vigilia dei Giochi di Londra 2012. Carolina, che ha sbagliato per amore solo per amore, potrà tornare all’agonistica solo il 16 maggio del prossimo anno. Chi si dopava, per rimanere il n.1 al mondo della marcia, rientrerà in gioco prima di lei, il 29 aprile 2016. Chi è uscita peggio da questa storiacca è stata proprio la povera Carolina che, oltretutto, continua ad essere perseguitata. Lei, che non ha mai preso neppure un’aspirina per stare in equilibrio sulle lame, ha dovuto incassare uno stop che ora le precluderebbe persino le serate che sono di piacevole evasione per il pubblico (almeno 1.500 spettatori ad ogni tappa di On ice) e lavorative per una ventottenne che quest’arte, e questo sport, lo pratica con purezza e onestà da quando ne aveva quattro.  Ma per l’Antidoping del Coni, pronto ad aprire un fascicolo (lunedì), questo spettacolo non s’ha da fare. Eppure, tra chi giudica e condanna, ci sono gli stessi che hanno sempre appoggiato Carolina, almeno fino a quando portava successi e medaglie all’Italia (l’ultima il bronzo olimpico di Soci 2014). Ora invece il loro sport preferito sembra sia trasformare l’étoile del pattinaggio sul ghiaccio in un Calimero. E Carolina, a questo punto, è legittimata a chiedersi come il pulcino nero: «Ma perché ce l’hanno tutti con me?». Possibile infatti che, in un universo sportivo in cui si parla di partite combinate, di provette truccate, di medaglie e titoli taroccati, c’è chi non perde l’occasione per organizzare una caccia alle streghe francamente degna di miglior causa. Finendo per scambiare una farfalla per una tarantola.