La lotta (anche educativa) al furbettismo. Canone Rai, la forza della dedizione civica
Che a noi italiani non riesca sempre di dare un grande esempio di senso civico lo sappiamo. Semmai avessimo avuto bisogno dell’ennesima conferma, ecco che i dati consuntivi di riscossione del canone Rai 2016 ci aiutano. Grazie al nuovo meccanismo che ha introdotto il pagamento nella bolletta elettrica, si evince un aumento dei possessori di apparecchi tv (o assimilati) del 34% che porta da 16,5 a 22,2 milioni gli abbonati.
Record in Campania ove uno su due evadeva, ma abbiamo verificato che anche in Lombardia non si scherzava affatto. A Bolzano, invece, pagavano tutti. Insomma più di 5,6 milioni di persone non versavano l’imposta più odiata dopo quella sulla casa secondo inchieste e sondaggi, ma questa omiussione non comportava comunque la disdetta dalla connessione... E tante piccole, singole 'distrazioni fiscali' di modesto importo unitario, tutte insieme hanno rappresentato a lungo un vero capitale. La notizia è quindi da un lato positiva, tenuto conto anche del fatto che la quota canone è stata ridotta e quindi paghiamo tutti un po’ meno, ma dall’altra purtroppo evidenzia appunto che, ci piaccia o non ci piaccia, abbiamo molta strada da fare per migliorare il nostro senso di appartenenza alla comunità.
Anche questa vicenda è sintomatica del virus della 'corruzione bianca' che affligge il nostro Paese. Segnato dalle cicatrici di tante piccole evasioni civiche, nelle quali spesso manca la consapevolezza del danno provocato, e che tutte insieme arrecano seri guasti economici e di credibilità alla società intera. Un boomerang che costa caro, che costa a tutti. Per una volta da cittadini e da contribuenti onesti possiamo, insomma, plaudire una iniziativa che ha consentito il recupero di cifre ingenti. Ma al tempo stesso, data la modalità quasi coercitiva con cui si è infine deciso di agire, siamo costretti a interrogarci sul livello della nostra etica pubblica. Perché è la coscienza collettiva risultante dei vissuti individuali che dà fondamenta alla «casa comune», in questo caso lo Stato, e ne può assicurare il corretto funzionamento.
Le leggi possono essere buone e fatte bene, ma non basteranno mai se non sono sostenute da forti coscienze morali. «Una comunità non è una somma di interessi, è una somma di dedizioni», diceva Antoine de Saint-Exupéry. E, a far bene i conti, le dedizioni di tutti divengono anche convenienti. Ciò vale a maggior ragione per i Paesi che vogliono essere democratici e garantire una convivenza giusta e i diritti di ogni persona. Occorre quindi insistere nella promozione culturale ed educativa per influire nella formazione delle coscienze e incrementare la cultura della legalità, dandole anima. È un impegno morale contro quello che su queste colonne è stato chiamato il «furbettismo», che chiama in causa le Istituzioni, ma anche ciascuno di noi perché tutti siamo chiamati a cambiare, a partire da noi stessi. Solo se aiutiamo, ci aiutiamo. E insieme saremo salvi.