Opinioni

La cornice. Breve storia di Borgo Egnazia, il non-luogo scelto per il G7 (ma perché?)

Pietro Saccò giovedì 13 giugno 2024

Una vista di Borgo Egnazia, il resort scelto per ospitare il vertice

L’Italia aveva l’occasione di ospitare i leader del G7 e gli altri illustri ospiti internazionali in una delle sue bellissime città. Poteva fargli conoscere di persona uno dei tanti luoghi che abbiamo noi, e che il mondo ci invidia. Invece li ha portati tutti a scoprire Borgo Egnazia, un ambiente che probabilmente avrebbe appassionato l’antropologo francese Marc Augé, morto un anno fa e celebre per la teorizzazione dei non-luoghi, spazi omologati destinati ad essere utilizzati ma non vissuti, senza storia, radici e valori relazionali.

Borgo Egnazia intanto non è un “borgo”, se questa antica parola di origine tedesca significa ancora «centro abitato di media grandezza»: non lo è perché non ha abitanti, ma solo ospiti e lavoratori. Difatti è un resort extralusso, non un paese. Non è nemmeno uno di quegli antichi borghi abbandonati rilanciati negli ultimi decenni come strutture ricettive con progetti di recupero: è proprio un villaggio vacanze per ricchi costruito dal nulla, in sei anni e con 150 milioni di euro di investimento, dalla famiglia Melpignano, che ha avuto la grande intuizione di aprire in Puglia una struttura ultra esclusiva destinata ai turisti più danarosi del mondo. I Melpignano hanno affidato allo scenografo fasanese Pino Brescia il progetto di costruire un paesino «liberamente ispirato nelle forme, nei materiali e nei colori a un tipico paesaggio pugliese». Brescia ha fatto un gran lavoro. C’è tutto: la corte, le casette, le mura, l’arco di ingresso, le targhe con i nomi delle vie e anche una finta chiesetta. «Sembra che sia lì da secoli, ma ha aperto completamente solo la primavera scorsa» scriveva nel 2012 una giornalista inglese in uno dei primi articoli internazionali dedicati al resort pugliese, pubblicato sull’Independent e sponsorizzato da un’agenzia di viaggi di lusso.

L'Italia per finta

Borgo Egnazia ha l’aria di un borgo antico, invece è un resort moderno. Un po’ come le riproduzioni di Venezia, Firenze o Roma che si moltiplicano in Cina, anche se qui è un’imitazione di miglior fattura e a chilometro zero. Si può pensare che sia un luogo posticcio, inautentico, terribilmente finto. Grandi ricchi di tutto il mondo però lo amano. Ci si sono sposati la popstar Justin Timberlake e l’attrice Jessica Biel, ci ha fatto una festa epocale Madonna, ci è andata più volte la famiglia Beckham. Per il matrimonio del figlio del miliardario indiano Agarwal a Borgo Egnazia entrarono anche gli elefanti.


Borgo Egnazia ha l’aria di un borgo antico, invece è un resort moderno. Un po’ come le riproduzioni di Venezia, Firenze o Roma che si moltiplicano in Cina, anche se qui è un’imitazione di miglior fattura e a chilometro zero

Ognuno va in vacanza, festeggia e si sposa dove vuole e dove può. Non si può applicare lo stesso principio a un vertice del G7. È vero che per appuntamenti come questi, in cui sono indispensabili le massime misure di sicurezza contro possibili attentati, un luogo chiuso e isolato come questo resort è molto adatto: si riducono i rischi che finisca male, come accadde al G8 di Genova nel 2001. In passato però l’Italia aveva ospitato i Grandi in luoghi altrettanto sicuri ma più ricchi di significato: le ultime volte aveva scelto Taormina, nel 2017, e L’Aquila, che nel 2009 dopo il terremoto aveva preso il posto dell’Isola della Maddalena.

La protesta di Fasano

Non si era mai visto un vertice del G7 che prendesse il nome della struttura ricettiva che lo ospita. Perché Borgo Egnazia, ripreso dalle vicine rovine dell’antica città di Egnazia, è solo il nome del resort, anche se compare come fosse una città anche sui documenti di presentazione del vertice. In base alla mappa politica dell’Italia, i Grandi si stanno incontrando a Savelletri, una frazione di Fasano, in provincia di Brindisi.

Il ministro Adolfo Urso e la sottosegretario Fausta Bergamotto alla presentazione del francobollo celebrativo per il G7 2024, lo scorso 11 giugno - Ansa

Il villaggio vacanze avrà un suo direttore, Fasano però ha un sindaco eletto, che si chiama Francesco Zaccaria ed è rimasto stupito e deluso quando ha scoperto che anche sul tradizionale francobollo celebrativo per l’evento c’è scritto solo “Borgo Egnazia”. «Un nome che non trova corrispondenza in alcun Ente di cui si compone la Repubblica italiana» ha protestato Zaccaria in una lettera inviata al presidente della Repubblica e a quello del Consiglio. Chi sicuramente non protesterà è la società romana Egnathia Iniziative Turistiche S.p.a, proprietaria del resort e del marchio Borgo Egnazia. Da mesi sta godendo di un’insperata e gratuita pubblicità in mondovisione.