Il direttore risponde. Contagiamoci di «bona creansa»
Daniela F., Milano
Caro direttore,in questi giorni Trapattoni ha detto che in Italia c’è il tifo più maleducato d’Europa e che siamo schiavi dei prepotenti. Niente di più vero: della maleducazione dilagante abbiamo infatti conferma ogni giorno e in ogni ambito. Questo avviene già in famiglia, dove molto spesso figli, adolescenti e no, rispondono in malo modo a genitori. La televisione propone comportamenti disdicevoli di persone che, viceversa, dovrebbero dare il buon esempio, vedi politici o personaggi "famosi" che sbraitano e imprecano noncuranti di milioni di spettatori fra i quali tantissimi bambini. Per non parlare di programmi di varietà dove imperversano stupidaggini e volgarità spacciate per umorismo. Estremo esito di un atto di maleducazione è la morte della donna romena a Roma in conseguenza di un pugno sferrato da un ventenne. Maleducazione insieme a incoscienza è il caso del ragazzo nomade (senza patente perché questa era stata ritirata per guida in stato di ebbrezza) che guidava a 190 km/orari e ha causato, oltre che la sua, anche la morte di due ragazzi padovani. Quanto vorrei allora che tornasse di moda la «bona creansa» (=buona educazione) che i nostri cari vecchi ci hanno insegnato. Di certo la società tutta ne trarrebbe vantaggio.Annamaria De Grandis, Castelfranco Veneto (Tv)
Si sente proprio il bisogno di una bella dose di "bona creansa", cara signora Annamaria. E poiché le svolte non accadono da sole, bisogna darsi ogni giorno una salutare scossa. Per non farsi risucchiare nel gorgo della maleducazione e della malainformazione e tenere accesa, cara signora Daniela, la speranza. Scegliendo di andare nella direzione giusta, anche se tutto ti fa apparire controcorrente. Facendo le cose giuste, anche se questo ti fa sembrare e, persino, sentire strano. Leggendo il giornale giusto, che può non essere solo Avvenire ma che Avvenire è certamente (e vi prego, gentili amiche: continuate a volerci e a usarci bene, è bello servire ad accendere la luce...). Educando nel modo giusto, che non è uno solo eppure – per essere davvero tale – ha una sola misura, il rispetto: dei genitori e degli altri (dei loro sentimenti e della loro libertà), del mondo in cui viviamo (e che comincia per le strade della nostra città da tenere pulite) e della realtà dei fatti, dei valori intoccabili (e fondativi del vivere comunitario) e delle differenze... Questa misura per noi cristiani non è costruita su noi stessi, ma su Qualcuno di infinitamente più grande eppure fattosi – una volta e per sempre – come noi: Gesu di Nazaret, il Risorto. Che c’entra Gesù Cristo con la buona educazione? Non è mica venuto a portarci il galateo... E gli stessi Comandamenti erano già tutti scritti... Già, ma il comandamento nuovo – quell’«amatevi gli uni gli altri» – è la quintessenza della "bona creansa", è l’anima del rispetto, è il cuore della convivenza e della pace.A me, da piccolo, nella mia Umbria, hanno insegnato che la maleducazione è contagiosa e che occorre reimparare mille volte ad amare per non farsene travolgere. E ho imparato che se qualche volta l’amore ci è davvero troppo faticoso, bisogna tenersi caro un suo fratellino minore, il giudizio. Bisogna avere almeno giudizio. Strada facendo, me ne sono convinto sempre più. E mi sono anche reso conto che un mondo maleducato è inevitabilmente un mondo che fa la guerra, che si fa la guerra. Ma ho pure sperimentato che la "bona creansa" è a sua volta contagiosa. Basta crederci, basta restarle fedeli, basta continuare – o riprendere – a educare. Credere, essere fedeli, trasmettere valori e modelli: rilanciamo la moda. (m.t.)