È significativo che Papa Francesco viva il primo anniversario della sua elezione nel silenzio del ritiro quaresimale. Anche in questo modo, una volta di più il Santo Padre ci testimonia il primato della preghiera nella vita di ogni credente; una preghiera che - come ci ha ricordato di recente - è preghiera di intercessione che abbraccia le attese e le necessità di ogni uomo.Quest’anno può essere agevolmente riletto alla luce di alcune parole che hanno contribuito a ridonare freschezza alla sequela del Signore Gesù. Verbi come "uscire" tornano a scuotere e ad aprire gli orizzonti della missione; sostantivi come "poveri", "umili" e "ammalati" additano luoghi da abitare con la proposta viva del Vangelo, che promuove lo sviluppo integrale di tutto l’uomo - intangibile fin dal concepimento - e di ogni uomo. Parole come "vicinanza" e "prossimità", mentre rimandano alle modalità con cui Dio si è rivelato nella storia, spingono a quella compassione che ha il suo culmine nella comunione. Così "accoglienza" disegna la prospettiva di una società inclusiva, che supera la "cultura dello scarto" e contribuisce a un mondo più giusto e fraterno; "dialogo" con Dio diventa la via della pace con il fratello, dono e responsabilità affidata al contributo di ciascuno; "incontro" e "famiglia" sono anelito che trova la sua realizzazione nella Chiesa, Popolo di Dio chiamato a raggiungere tutti i popoli.Il dizionario della tradizione cristiana, a cui il Santo Padre Francesco ci richiama, attinge alla contemplazione del volto di Dio, rivelato in Cristo Gesù; è vivificato dall’esperienza di essere continuamente avvolti dalla sua misericordia, per parole che impreziosiscono la memoria, riscaldano il cuore, alimentano speranza e gioia in molti.Come Pastori, che avvertono il rapporto "speciale e unico" che ci unisce al Vescovo di Roma, gli rinnoviamo la nostra totale e cordiale disponibilità: come ho già affermato lo scorso marzo, "il nostro cuore desidera pulsare con il cuore di Papa Francesco".Questa sintonia è motivo di impegno a lasciare i piccoli porti dell’autoreferenzialità per rinnovare la nostra pastorale nella linea di maggiore essenzialità e partecipazione e di una sempre più piena dedizione educativa. Per questo ci sentiamo i primi destinatari degli appelli del Santo Padre a quella santificazione personale che rimane la condizione per quella delle nostre Comunità ecclesiali.Nella felice ricorrenza del primo anniversario di Pontificato, i nostri auguri diventano quindi preghiera e condivisione di una sincera e appassionata tensione al Signore Risorto, nella convinzione che la Chiesa vive della Sua luce e la riflette nelle opere, che la rendono presenza amica e stimata a ogni uomo. In esse si manifesta la mano provvidente del Padre, l’annuncio della vita buona del Vangelo, il segno di quella maternità ecclesiale che è fonte di consolazione e di speranza che edifica nella carità fraterna.