il direttore risponde. Il “gioco” d'azzardo e quella voglia di menar le mani... Altra è la strada
Gentile direttore,
grazie al mio parroco ho conosciuto "Avvenire" e il suo modo di fare informazione. Mi ha colpito molto il modo tranquillo eppure martellante con il quale affrontate pressoché quotidianamente il problema delle slot machine. Penso che siate quasi unici, assieme a "Famiglia Cristiana", a parlarne. Sono direttamente interessato e coinvolto, avendo un fratello che si è letteralmente rimbecillito con queste macchinette, fino al punto che in famiglia non sappiamo più cosa fare per rimediare e per farlo rinsavire. Forse ci resta solo di riempirlo di botte oppure di dare fuoco a questi marchingegni... Vorrei fare i complimenti all’onorevole Paola Binetti (Avvenire del 7 dicembre a pagina 14) per la sua proposta e alla regione Puglia per le norme che ha deciso di darsi. Sarei anche felice se il suo quotidiano ospitasse approfondimenti per aiutarci a "convivere" con i giocatori compulsivi: loro si divertono, ma solo a farci impazzire e vergognare ...
Enzo, BiellaQuando si arriva a essere "dipendenti" da qualsiasi sostanza o attività, in questo caso il gioco d’azzardo, non ci "si diverte" mai. Proprio mai, caro amico. Comprendo le ragioni della sua amarissima esasperazione (e i lettori comprenderanno perché non pubblico il suo cognome), ma la prego di continuare a resistere alla tentazione di risolvere il problema di suo fratello (e della sua famiglia) menando le mani o giocando col fuoco. La violenza, in qualunque forma si esprima, non risolve mai nulla. Proprio mai. È invece molto importante e, per certi versi, decisivo poter contare su norme chiare e regole serie e soprattutto applicate in modo puntuale e continuo. Per questo iniziative come la legge regionale pugliese (che si aggiunge alle normative varate dalla Provincia autonoma di Bolzano e dalle regioni Liguria, Emilia Romagna, Lazio e Lombardia) e come il lavoro parlamentare svolto da Paola Binetti e da altri sono da salutare con grande soddisfazione. Tutti questi interventi relativi a territori precisi e a particolari aspetti della questione azzardo, insomma, sono utilissimi, a patto però che non si perda di vista l’obiettivo principale che è quello di rialzare un solido argine al dilagare di Azzardopoli. Un argine che può e deve essere posto dalla legge nazionale in modo univoco ed efficace. Vicende recenti ci avvertono che la battaglia è ancora lunga e lontana dall’essere vinta: penso allo spudorato tentativo di far passare nel cosiddetto "decreto Salva Roma" un duplice "regalo" ai padroni delle macchinette e ai loro sodali nella politica e nella burocrazia. È con loro che dobbiamo prendercela. Civilmente. Tenacemente. Per questo noi di "Avvenire" teniamo alta l’attenzione. E faremo il possibile per accompagnare la fatica di resistere di chi come lei affronta ogni giorno, in famiglia, il problema di un "malato di azzardo". Suo fratello può essere salvato. Fermare i mandanti e i complici del male che lo affligge, e vi affligge, è la strada giusta.