Occorre avere a cuore i poveri. Per i cristiani è un dovere. Fu loro espressamente comandato da nostro Signore Gesù Cristo. Anche tra chi cristiano non è non mancano coloro che si prendono cura dei poveri. Magari per pura filantropia. La povertà è quella condizione nella quale si trova un uomo che vive onestamente, ma non può permettersi alcun lusso e deve saper dosare le sue spese. La povertà può essere scomoda, pesante ma è sempre dignitosa. Un povero non si vergogna di essere povero. Al contrario, spesse volte si vanta dei mille sacrifici che fa per portare avanti la famiglia. Succede però, in particolare negli ultimi tempi, che dalla povertà si passi alla miseria alla velocità della luce. Basta poco e una famiglia povera si ritrova nella miseria nera. Miseria che diventa un peso insopportabile. Chi vive nella miseria fa di tutto per uscirne. E può succedere che non sempre bada ai convenevoli... La miseria è una cattivissima consigliera e può portare l’uomo esasperato a imboccare brutte strade. I poveri sono coloro sui quali vanno a riversarsi i peccati di molta gente che nella scala sociale sta più in alto. In un modo o nell’altro sono sempre loro a pagare il prezzo più salato. Anche quando non ne hanno colpa. In Campania, si sa, per assicurare un’auto si sborsano cifre tra le più alte in Italia. È un’ingiustizia, naturalmente. Una somma ingiustizia. Il motivo addotto dalle compagnie assicurative, purtroppo, c’è. Anche se non convince nessuno. Succede che in questa regione del Sud Italia queste Compagnie siano costrette a sborsare un sacco di quattrini per risarcire i danni dei clienti. Gli incidenti sono molti. Troppi. C’è il sospetto che tanti di questi sinistri non siano mai avvenuti. Entriamo dunque nel mondo della patologia. O, per meglio dire, nel regno degli imbrogli. Non è bello sapere che tanti nostri compagni in umanità truffano il prossimo. Ma io che c’entro? Perché costringere chi non ha colpa a dover pagare di tasca propria i furti alle assicurazioni fatti da altri? È come se per i molti delitti che restano senza un colpevole, si decidesse di mettere in galera il primo sospettato. È notizia di questi giorni che ad Aversa e in altri paesi del Casertano, sono stati arrestati diversi medici e giudici di pace. Si prestavano costoro a fare da complici ai clienti delle assicurazioni per poterle meglio derubare. È sempre una tristezza grande vedere un professionista di cui la gente si fida – un giudice di pace, un medico – con le manette ai polsi tra due carabinieri mentre tenta di coprirsi il volto. La prima pena, credo, per costoro, sia proprio la vergogna. Le domande sono tante. Ma in fondo le risposte sono sempre le stesse. I soldi fanno gola a molti. Dei colpevoli sono stati assicurati alla giustizia, è vero, ma, intanto, i poveri continuano a pagare per le loro colpe e le loro ruberie. Mentre per loro il denaro derubato sarebbe servito per permettersi una vacanza in più, per i poveri, invece, il danno ricevuto si riversa sull’intero bilancio familiare. Producendo rinunce e sofferenza. In Campania sono state e continuano ad essere sversate tonnellate di rifiuti tossici industriali. Tante industrie hanno risparmiato milioni in questo smaltimento illecito con la complicità della camorra, di alcuni nomadi e di tanti amministratori collusi e incapaci. Rifiuti d’oro, vengono beffardamente definiti. Affari. Dicono di fare affari. Attraverso questa criminale attività si sono arricchiti in tanti. Ma ancora una volta la loro brama di ricchezza è stata e continua a essere pagata a caro prezzo dai poveri che vivono a ridosso delle discariche abusive e si ammalano. Muoiono. I roghi tossici, autentici e spietati killer, rubano loro la gioia di vivere e di sperare. I poveri ci rimettono la vita. Ancora una volta i peccati dei ricchi costano il sangue dei poveri. Sangue innocente che, come il sangue del giusto Abele, continua gridare il suo dolore e la sua angoscia al mondo.