Il direttore risponde. «Dat», avanti nella chiarezza
Lino De Angelis, Cassino (Fr)
La legge all’esame della Camera e in via di perfezionamento e approvazione non sarà una legge sul 'testamento biologico', ma sulle 'dichiarazioni anticipate di trattamento'. E punta a non consentire più che a persone gravemente disabili come Eluana Englaro siano tolti acqua e cibo.Quello che lei segnala succede su quasi tutti i giornali per pigrizia, abitudine e conformismo... O per mero errore. Ma accade anche perché c’è chi scrive quel che vorrebbe che accadesse e non quel che sta accadendo (tra l’altro senza poter accampare scuse del tipo: «Lo faccio, perché in un titolo bisogna necessariamente usare espressioni brevi»; la parola 'biotestamento' è, infatti, assai più lunga dell’acronimo "Dat").Comunque sia, caro signor De Angelis, ha ragione: giocare così con i concetti significa confondere le acque per confondere la gente. E noi, che non siamo infallibili e qualche errore possiamo farlo, sbagli grossi e deliberati come questo non ne facciamo di certo.L’importante è che non ne facciano neppure i parlamentari chiamati a dare all’Italia una legge che rimetta a posto le cose dopo alcune sentenze 'creative' che hanno incredibilmente incrinato il principio del favor vitae su cui sono imperniati il nostro ordinamento giuridico e il nostro sistema sanitario.